Come sarebbe semplice dimenticare un infarto
Piaceri&Saperi / Tante persone, dopo il trauma di un guaio cardiaco, faticano a riprendere una vita normale. Ma, con un po’ di esercizi fisici...
ta sana, l’addio alle sigarette e all’alcol, un esercizio fisico regolare sono ciò che serve dopo un infarto per tornare in carreggiata e prevenire ulteriori guai. Per seguire un percorso davvero in grado di riportare il cuore in salute servirebbe però un programma di riabilitazione cardiovascolare, ovvero un iter strutturato che segua il paziente individualizzando prescrizioni e consigli: purtroppo, è tuttora un miraggio per molti, visto che, stando alle stime del Gruppo italiano di riabilitazione cardiovascolare, solo uno su tre vi accede. Il risultato è che un anno dopo l’infarto solo uno su due segue cure appropriate e pochi cambiano stile di vita: meno della metà corregge le proprie abitudini alimentari, appena uno su dieci abbandona la sigaretta, il 70 per cento non fa esercizio fisico.
La riabilitazione cardiovascolare può ridurre di quasi un terzo la probabilità di un nuovo infarto: è perciò un intervento molto efficace, anche se in Italia le strutture sono tuttora poche rispetto alle necessità e in gran parte concentrate al nord.
Non serve un ricovero, che va scelto solo nei casi più complessi, quando l’infarto è stato esteso, se ci sono altre malattie e grossi fattori di rischio o se è logisticamente impossibile raggiungere un ambulatorio o un day hospital per la riabilitazione.
Riprendere un’adeguata attività fisica è il primo passo di ogni programma riabilitativo per il cuore: 30 minuti quattro o cinque volte a settimana, a un’intensità assimilabile a una camminata veloce, migliorano la capacità aerobica e riducono pressione e grassi nel sangue.
Gli esercizi aerobici e di resistenza, associati allo stretching, abbassano il rischio di nuovi infarti perché diminuiscono la frequenza cardiaca aumentando allo stesso tempo la forza del cuore: a un miglior gra-