Corriere della Sera - Sette

Il caso Ciampi

Impression­ante la differenza tra le reazioni ufficiali e i segnali arrivati dai lettori. Eppure i politici non sono tutti uguali

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La morte di Carlo Azeglio Ciampi ha fatto emergere uno scarto impression­ante tra l’” Italia ufficiale”, come l’ha definita Sergio Romano, e l’opinione pubblica. Certo, molti italiani erano affezionat­i al presidente e l’hanno salutato con stima e commozione. Ma i commenti che ho ricevuto per mail o ascoltato di persona erano quasi tutti negativi. A Roma ho sentito parlare quasi solo del fatto che avesse ancora la scorta sotto casa. Posso essere d’accordo che in effetti fosse inutile ( ma quante scorte inutili pagate dai cittadini accompagna­no perfetti cialtroni?). Ma non si può giudicare un uomo di Stato solo da queste cose. Molti lettori hanno ricordato i miliardi bruciati nella difesa della lira nel 1992. È possibile che all’epoca Ciampi abbia commesso errori; del resto la lira, oggi molto rimpianta, era la moneta più debole d’Europa, e questo consentiva alle nostre aziende di esportarem­a ha ritardato l’in- novazione e appesantit­o la competitiv­ità, con le conseguenz­e che oggi sono sotto gli occhi di tutti. In verità, chiunque abbia seguito Ciampi all’estero ha potuto vedere il rispetto e la consideraz­ione che lo circondava­no, com’è accaduto a pochissimi politici italiani dai tempi di De Gasperi. L’idea nichilista, sospinta dalla rete, per cui i politici sono tutti uguali, tutti rubano allo stesso modo, è tutto un magna- magna e il più pulito c’ha la rogna, è un’idea sbagliata e dannosissi­ma. Non è vero che sono tutti uguali. Ci sono i ladri e le persone oneste. Ci sono i corrotti e gli integri. Ci sono i servi e i liberi. Ci sono gli improvvisa­tori e i competenti. Basta con questa confusione becera per cui sono tutti colpevoli; perché altrimenti nessuno diventa davvero colpevole. Per quel che mi riguarda, saluto Carlo Azeglio Ciampi come una persona che mi ha insegnato molte cose, nei quattro anni in cui ho seguito i suoi viaggi per La Stampa; e non solo perché non ero mai stato a Helsinki e a Isernia, a Buenos Aires e a Susegana, a El Alamein e a Cefalonia. L’idea della Resistenza ampia, fatta non solo dai comunisti ma dai civili, dalle donne, dagli ebrei, dai militari, dagli internati in Germania, l’ho trovata in lui. Ciampi non era un uomo di sinistra. Era un cattolico liberale. In Germania sarebbe stato cristianod­emocratico. In Francia si sarebbe riconosciu­to nell’ala riformatri­ce e sociale dei neogollist­i. Le parole con cui è stato liquidato in Italia – da Salvini e non solo – confermano che abbiamo la peggiore destra del mondo ( compresa la destra americana, che almeno le tasse le taglia davvero e non a parole).

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