La vera novità di Bratislava? L'ascesa di V4
Ovvero dei quattro di Visegrád (Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia) che, dopo la Brexit, lavorano per una "controrivoluzione" all'interno della Ue
Al Consiglio europeo di Bratislava, due settimane fa, l’attenzione dell’Italia si è concentrata soprattutto sulle dure dichiarazioni di Matteo Renzi al termine del vertice: contro la scarsa ambizione mostrata a suo parere dalla Ue e contro la Germania di Angela Merkel. In quel summit, però, la novità maggiore è stata l’emergere del Gruppo di Visegrád: ne sentiremo parlare sempre di più. I Quattro di Visegrád ( V4) sono Polonia, Ungheria, Repubblica Ceca, Slovacchia e si sono costituiti in alleanza nel 1991 ( allora erano in tre ma poi la Cecoslovacchia si è sdoppiata) per lavorare assieme all’ingresso nell’Unione europea. Ci sono riusciti nel 2004 e, nel tempo, le cose sono naturalmente cambiate. Pochi giorni prima del summit di Bratislava, a Krynica- Zdrój, in Polonia si è tenuto un forum economico e a margine di questo si sono riuniti i quattro capi di governo del Gruppo: la polacca Beata Szydło, l’ungherese Viktor Orbán, il ceco Bohuslav Sobotka e lo slovacco Robert Fico, i primi due conservatori, gli altri due socialdemocratici. Nella riunione hanno deciso che si sarebbero presentati ai vertici della Ue, a cominciare da Bratislava, sempre più uniti per fare sentire il loro peso e, soprattutto, su un’agenda di forte differenziazione dalla “vecchia” Ue, quella I Quattro di Visegrád sperano in un ridimensionamento drastico dei poteri di Bruxelles per riportarli in gran parte ai livelli nazionali. occidentale. Più di un quarto di secolo dopo il crollo della Cortina di Ferro, ritengono, comprensibilmente, di potere dire la loro alla pari dei membri storici, soprattutto se uniti per fare massa d’urto.
DEMOCRAZIA “ILLIBERALE”. L’urto, in effetti, c’è. L’opinione dei V4 è che la Brexit abbia aperto un’opportunità per cambiare radicalmente il modo di funzionamento della Ue. Più precisamente, per una “controrivoluzione” che ridimensioni drasticamente i poteri di Bruxelles e ne riporti gran parte ai livelli nazionali. Non che i Quattro siano uniti su tutto. Orbán, che è un po’ l’ideologo del gruppo, in Ungheria promuove ad esempio una democrazia “illiberale”, nella quale si vota ma una serie di libertà sono limitate. I polacchi lo seguono, cechi e slovacchi non necessariamente. Ciò nonostante, il Gruppo è unito e determinato per cambiare direzione alla Ue. Sulla base, tra gli altri, di un concetto articolato ancora da Orbán: se dici a un giovane dell’Europa occidentale di essere ottimista, ti ride in faccia, sa che il suo futuro non è roseo; se lo dici a un giovane dell’Est ti dirà che hai ragione. Il motore della nuova Ue è a Oriente, dice il premier ungherese. È una sfida spesso sgradevole. Ma reale.
@ danilotaino