«Inglesi, vergogna: sfruttate il mondo da secoli e ora vi rinchiudete nel vostro castello»
Ai Weiwei a Palazzo Strozzi
Come ci si ricorderà di Ai Weiwei nella storia dell’arte? Dissidente, attivista, polemista, millantatore, personaggio, genio? Con lui la genetica dell’artista ha mutato cromosomi, ed è un caso unico, che trova massima risonanza nella nuova cultura del web. Maurizio Cattelan, in una recente intervista, ci ha detto: « AiWeiwei è un caso interessante. Ha iniziato come artista, continuato come architetto e ora è paladino di cause umanitarie sui media. La sua ricerca è ora molto più rivolta al peso sociale e comunicativo che al mondo dell’arte. È un attivista tramite le immagini » . Hanno un guizzo gli occhi di Ai Weiwei: « Sono così felice che Cattelan mi veda così. È un grande artista, mi piace per la sua sensibilità. Un giorno si è anche materializzato nel mio studio di Pechino, non me l’aspettavo » , dice l’artista cinese, che ci accoglie nel suo studio “ipogeo” di Berlino, in un ex birrificio. Il piccolo cortile interno è piastrellato con ceramiche decorate con semi di girasole bianchi e blu, memoria di quei 100 milioni di pezzi con i quali ricoprì il pavimento della Turbine Hall alla Tate di Londra. A Firenze, l’installazione Reframe di AiWeiwei, con i 22 gommoni che coprono le bifore di Palazzo Strozzi dove si è inaugurata la sua prima retrospettiva italiana Li-