I «bisogni radicali» secondo Agnes Heller
Corriere della Sera Un incontro con la grande filosofa ungherese
Il Grosso d’Oro Veneziano della Fondazione Masi va quest’anno alla filosofa ungherese Agnes Heller. La storica casa vinicola della Valpolicella, che il primo ottobre assegnerà per la venticinquesima volta il premio Civiltà Veneta ( alla pittrice Giosetta Fioroni, all’autore e attore Natalino Balasso e all’illustratore Lorenzo Mattotti), ha scelto per il suo “piccolo Nobel per la pace” la maggiore rappresentante della “Scuola di Budapest”, teorica dei “bisogni radicali”, intesi come scontro tra soggettività e potere; teoria che l’ha fatta approdare a un’appassionata battaglia tesa a superare i rapporti di dominio e subordinazione tra sessi, etnie e nazioni: stesse regole, dunque, per la famiglia come per la politica. Sopravvissuta all’Olocausto, allieva e poi assistente universitaria del filosofo Gyorgy Lukacs, condivise con lui i tormentati rapporti con il partito comunista dopo la rivolta del ’ 56. Sotto il regime di Kadar, venne un poco alla volta privata del diritto di insegnare, di pubblicare e di viaggiare all’estero, tanto che nel ’ 77 decise di lasciare il suo Paese prima per l’Australia e Agnes Heller insegna alla New School di New York. poi per gli Stati Uniti dove, pur essendo rientrata in patria dopo la caduta del Muro, tuttora insegna alla New School di New York. Lunghissimo l’elenco delle sue opere, tra le cui le più note sono L’uomo del Rinascimento, Sociologia della vita quo- tidiana, La teoria dei bisogni, Una teoria della Modernità, La bellezza della persona buona. Lunedì 3 ottobre Agnes Heller sarà nella sala Buzzati per una conversazione dal titolo “Tra bisogni radicali e democrazia. Il mondo contemporaneo nel pensiero di Agnes Heller”, promossa dalla Fondazione Corriere della Sera e Fondazione Masi.