Corriere della Sera - Sette

I «bisogni radicali» secondo Agnes Heller

Corriere della Sera Un incontro con la grande filosofa ungherese

- Di Isabella Bossi Fedrigotti

Il Grosso d’Oro Veneziano della Fondazione Masi va quest’anno alla filosofa ungherese Agnes Heller. La storica casa vinicola della Valpolicel­la, che il primo ottobre assegnerà per la venticinqu­esima volta il premio Civiltà Veneta ( alla pittrice Giosetta Fioroni, all’autore e attore Natalino Balasso e all’illustrato­re Lorenzo Mattotti), ha scelto per il suo “piccolo Nobel per la pace” la maggiore rappresent­ante della “Scuola di Budapest”, teorica dei “bisogni radicali”, intesi come scontro tra soggettivi­tà e potere; teoria che l’ha fatta approdare a un’appassiona­ta battaglia tesa a superare i rapporti di dominio e subordinaz­ione tra sessi, etnie e nazioni: stesse regole, dunque, per la famiglia come per la politica. Sopravviss­uta all’Olocausto, allieva e poi assistente universita­ria del filosofo Gyorgy Lukacs, condivise con lui i tormentati rapporti con il partito comunista dopo la rivolta del ’ 56. Sotto il regime di Kadar, venne un poco alla volta privata del diritto di insegnare, di pubblicare e di viaggiare all’estero, tanto che nel ’ 77 decise di lasciare il suo Paese prima per l’Australia e Agnes Heller insegna alla New School di New York. poi per gli Stati Uniti dove, pur essendo rientrata in patria dopo la caduta del Muro, tuttora insegna alla New School di New York. Lunghissim­o l’elenco delle sue opere, tra le cui le più note sono L’uomo del Rinascimen­to, Sociologia della vita quo- tidiana, La teoria dei bisogni, Una teoria della Modernità, La bellezza della persona buona. Lunedì 3 ottobre Agnes Heller sarà nella sala Buzzati per una conversazi­one dal titolo “Tra bisogni radicali e democrazia. Il mondo contempora­neo nel pensiero di Agnes Heller”, promossa dalla Fondazione Corriere della Sera e Fondazione Masi.

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