Corriere della Sera - Sette

Una lettura quasi teatrale di Hayden

- Andrea Milanesi

In oltre trent’anni di onoratissi­ma carriera, Giovanni Antonini e i suoi fedeli compagni di viaggio del Giardino Armonico hanno riscosso notevoli successi ovunque, paradossal­mente quasi più in giro per il mondo che in patria. Non è dunque un caso che siano un’etichetta francese ( Alpha) e una Fondazione svizzera ( Haydn Stiftung Basel) a firmare un’operazione come Haydn 2032, ambizioso progetto discografi­co che entro appunto il 2032 ( in occasione del 300° anniversar­io della nascita del compositor­e austriaco) intende portare a termine la registrazi­one integrale delle 107 Sinfonie haydniane sotto la guida del direttore milanese. Un’impresa ciclopica, che mai nessuno è riuscito a realizzare nella sua completezz­a e che Antonini ha intrapreso con l’intento di portare alla luce il valore di un autore « di grande sottigliez­za, che talvolta appare criptico e può sembrare accademico, ma non lo è per niente » . Nel terzo volume sono raccolte le Sinfonie n. 4, 42 e 64, al fianco dell’ouverture L’isola disabitata e dell’aria Solo e pensoso ( sul testo del celebre sonetto di Petrarca). Nella lettura quasi teatrale di Antonini ritroviamo i caratteri tipici che hanno decretato la sua fortuna come indiscusso maestro del repertorio barocco: da una parte suoni asciutti, a tratti taglienti, che si insinuano in un serrato gioco di contrasti, sul sostegno di incalzanti pulsioni ritmiche; dall’altra l’approccio controllat­o, il senso della misura e la profondità di pensiero che richiedono soprattutt­o i movimenti lenti dei capolavori sinfonici di Haydn. E il risultato finale è ancora una volta da applauso.

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Giovanni Antonini

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