Palcoscenico,
In una biografia: dal rapporto con Eduardo ai fasti del cinema
Toni Servillo è una perla rara nel mondo dello spettacolo. Un artista colto, profondo, che esprime una grande professionalità sempre accompagnata da un’autentica umanità. Bisogna vederlo all’opera sulla scena. Ma bisogna avere anche la fortuna di vederlo immerso nella sua quotidianità. Perché in lui, l’attore e l’uomo coincidono. Come coincidono il teatro e la vita. Nel ripercorrere la sua biografia, infatti, ti viene spontaneo paragonarlo a quei personaggi dei romanzi di formazione travolti dalla passione per l’arte teatrale ( si pensi al percorso di apprendistato di Wilhelm Meister splendidamente raccontato da Goethe): il protagonista insegue il suo amore per il teatro a tal punto da trasformare il teatro stesso nella sua vita. L’attore recita e recitando scrive la sua esistenza: le parole, le smorfie, gli sguardi, i silenzi, le incertezze, i movimenti esprimono – sul palcoscenico ( o in un set cinematografico) e nella scena della vita – il bisogno di tradurre il teatro in una maniera di vivere. Servillo domina il palcoscenico, organizza i suoi spettacoli, sceglie gli autori, seleziona quei testi che più sono congeniali alla sua visione del mondo, si appropria di alcune maschere Sopra, il libro (Donzelli, pp. 278, 25 euro). A destra, Toni Servillo. rimodellandole. E nello stesso tempo – quegli spettacoli, quegli autori, quei testi, quelle maschere – condizionano la sua vita, ne determinano la traiettoria, diventano espressione della sua umanità. Non a caso, come lui stesso ha dichiarato, la cosa che maggiormente lo rende felice « è recitare duecento volte su trecentosessantacinque giorni all’anno » . Sul palcoscenico e nella vita, Servillo si misura con la costante presenza di un pubblico che lo segue e con la “solitudine”: all’esperienza maturata nell’incontro con gli altri, seguono momenti di raccoglimento, di riflessione Mondadori 2016, pp. 322, 22 euro, ebook 9,99 euro. solitaria. Toni – forte anche della tradizione teatrale napoletana che dal Candelaio di Bruno arriva a Eduardo – preferisce la commedia: proprio nel caos, nel disordine, nelle sue intrinseche contraddizioni ritrova i tratti più forti della contemporaneità. Un comico in cui si riflette anche il tragico, in cui, come egli stesso ha dichiarato, « dietro le risate di una commedia si nascondono spesso le nostre lacrime più sincere » ( come non pensare al Nolano e all’impossibilità di separare riso e pianto, tragedia e commedia).
Laboratorio segreto. Ai molteplici aspetti dell’attività artistica di Servillo è dedicato il recente volume Toni Servillo. Oltre l’attore ( Donzelli, pp. 278, 25 euro), a cura di Roberto De Gaetano e Bruno Roberti. Si tratta di una raccolta di saggi in cui, per la prima volta, un nutrito gruppo d’importanti studiosi offre, in tre ricche sezioni tematiche, un’analisi dell’esperienza teatrale, cinematografica e umana dell’attore: sguardi ( gli esordi, il rapporto con i maestri ed Eduardo, il gesto e la voce), letture ( riflessioni su singoli spettacoli teatrali e film) e ritratti ( testimonianze sull’uomo e sull’artista). Uno strumento prezioso e imprescindibile per penetrare nel laboratorio segreto di Servillo.