Corriere della Sera - Sette

Adriana Varejão

Che cosa sta preparando

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La pittura di quest’artista brasiliana sembra muovere dai cretti di Burri. «Non c’è dubbio che ci sia un forte rimando, ma lui era più ruvido, mentre io dipingo su una superficie molto levigata – fatta di gesso e colla – che imita la porcellana, gli azulejos. Però poi lavoro anche con altri materiali come l’alluminio», dice Adriana Varejão di cui si apre una personale alla Gagosian di Roma (dall’1/10 al 10/12). «In realtà l’ispirazion­e più diretta l’ho avuta osservando delle craquelure­s dell’antica ceramica Song, che ho incorporat­o nella mia tecnica e che ho molto studiato quando sono stata in Cina. Ho anche fatto qualche ceramica ma il mio vero medium è la pittura, mi piace simulare i materiali così come si faceva nel Barocco creando finte colonne di marmo, mi piace giocare con il trompe l’oeil». Adriana vive a Ipanema, ma tra poco verrà pronta la sua casa vicino allo splendido giardino botanico, a due passi dal suo atelier, in un edificio degli anni Quaranta. «Una volta ci vivevo pure, ma lo studio da quando l’ho comprato nel 1994 e l’ho rimodernat­o è quasi diventato un teatro, con un palcosceni­co». Ora sta lavorando a un progetto per il museo Amparo di Puebla (in gennaio). «Quest’anno ho fatto tre personali e adesso voglio lavorare un po’ senza date fisse, anche per godermi i miei figli».

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