Saragozza mantello di petali
Nel capoluogo d’Aragona, processioni religiose, corride, musiche folk e rock
José Juan Bigas Luna diceva di se stesso: « Chi sono io? Un uomo che si sveglia mistico e va a dormire pagano » . Se il cineasta spagnolo, maestro d’erotismo, è conosciuto in Italia per aver spogliato Francesca Neri in Le età di Lulù, a Saragozza è ben più noto per aver vestito ( di fiori) la Vergine. Fu lui, nel 1998, a far spostare, durante la tradizionale Ofrenda de Flores, la statua della Madonna
al centro dell’omonima piazza, in modo che vi fosse spazio per ricoprirla con un sontuoso mantello fiorito lungo 55 metri, largo 18 e alto 15. Per comporlo, ogni anno il 12 ottobre, ci vogliono dai cinque ai sei milioni di boccioli portati in dono da centinaia di migliaia di persone vestite con i costumi tradizionali. L’offerta dei fiori è il momento clou delle Fiestas del Pilar, dieci giorni ( dall’ 8 al 16 ottobre, zaragoza. es) durante i quali il capoluogo d’Aragona è un gigantesco palcoscenico per processioni religiose, balli folkloristici, rappresentazioni teatrali, corride, mostre d’artigianato, attività per bambini ( marionette, pagliacci, mangiafuoco, maghi...), spettacoli di teatro di strada, parate dei Testoni e dei Giganti ( maschere locali), fuochi d’artificio e concerti di musica d’ogni genere ( dal folk regionale al pop, dal rock all’elettronica). Cuore delle feste è la grande plaza del Pilar, piccolo concentrato di storia cittadina: c’è la Saragozza romana con i resti delle antiche mura e il foro di ( I sec a. C.) CAPOLUOGO RAGGIUNGIBILE IN QUATTRO VOLI l’imperatore cui la città deve il suo nome ( Caesaraugusta, poi Saragusta e infine Zaragoza), quella gotica rappresentata dal Ponte
e la rinascimentale alla Lonja. La cattedrale del Ss Salvatore, che qui chiamano familiarmente La Sea, mette insieme un po’ di tutto: il romanico, il neoclassico, il barocco, il rinascimento e il mudejar ( stile che deriva dall’incontro tra l’architettura islamica e la tradizione cristiana), ben rappresentato dal Muro de la Parroquieta all’esterno della cattedrale. Il monumento simbolo della città però è la Basilica del Pilar, che con i suoi quattro campanili e le undici cupole domina scenograficamente il centro storico ed è uno dei santuari mariani più importanti al mondo. Tra le sue navate si cela la affrescata da Francisco Goya, celebre figlio della capitale d’Ara-