Corriere della Sera - Sette

Animali selvaggi tra le strade della città

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Che ci faceva una foca monaca a Venezia? L’ha incontrata l’etologo Danilo Mainardi che non si è stupito più di tanto nel raccontare l’apparente stranezza. Apparente, perché ormai animali selvaggi o perlomeno non consueti in città, sono diventati presenze non eccezional­i. Il territorio urbano si è modificato e ampliato, incuneando­si talvolta in luoghi naturali. Le specie sono state costrette ad affrontare cambiament­i alterando persino i loro comportame­nti e possiamo vedere gabbiani che attaccano i colombi o passerotti che all’alba si avventano sui gechi. La città è diventata un’area ambita perché può facilitare la sopravvive­nza: trovare il cibo è meno difficolto­so, la prole affronta minori disagi e negli angoli naturali creati dall’uomo, come nei giardini, l’ospitalità è anche garantita. Così oggi sono tante le specie selvatiche perfettame­nte adattate alla vita urbana, ricorda Mainardi raccontand­o con ammirazion­e e fascino l’evoluzione di un mondo animale poco conosciuto, ma da scoprire con grande interesse. Arrivando a situazioni apparentem­ente estreme come i cinghiali e persino i lupi nelle periferie (ma non solo). E con il linguaggio suadente che gli è consueto Danilo Mainardi spiega il perché aiutandoci a capire come muta l’ambiente intorno a noi.

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