Notturni come gufi o mattinieri come allodole? Ascoltiamo il nostro corpo
ome va il vostro orologio interno? L’avete mai controllato? Non vi preoccupate: nella stragrande maggioranza delle persone gli sfasamenti sono minimi. A parte i giorni in cui dobbiamo abituarci all’ora legale o al ritorno all’ora solare ( c’è tempo: succederà il 30 ottobre), a parte i casi di jet lag, i nostri organismi si adattano benissimo ai ritmi sonnoveglia imposti dalle ore di luce e dagli impegni quotidiani. Di primo mattino smettiamo di produrre melatonina, l’ormone che regola il sonno, e mettiamo in circolazione cortisolo, che dà la sveglia al corpo. Si rimette inmoto tutto, anche i dischi intervertebrali. Anche loro hanno un ritmo circadiano, regolato, sembra, dalla temperatura, verificato da una ricerca dell’Università di Manchester apparsa un mese fa su Annals of rheumatic diseases. Uno studio del tutto sperimentale, ma che ci dà un’altra piccola indicazione per il benessere della nostra colonna vertebrale: dormire bene aiuta a stare bene. Altre ricerche hanno verificato che alterazioni importanti dell’orologio interno, che determina il nostro bioritmo personale, possono provocare seri danni. La più clamorosa, eseguita nel 2015 dalla Max Planck society, ha scoperto nei topi una mutazione genetica che provoca problemi di ritmo circadiano e ha dimostrato una correlazione addirittura con una minore aspettativa di vita dei poveri ratti. Poi c’è lo studio, pubblicato un anno fa su Current
Cbiology, condotto su alcuni atleti: si è visto che l’efficienza varia anche del 26 per cento a seconda che si segua o si contrasti il proprio orologio biologico. Tutti noi sappiamo, per esempio, se ci risulta più facile e/ o piacevole andare in palestra al mattino, all’ora di pranzo o alla sera, ed è bene rispettare queste esigenze dell’organismo: il rendimento cambia parecchio nelle diverse ore della giornata e seguendo i propri bioritmi si rischiano meno infortuni e dolori.
Bioritmo sfasato. Il web è pieno di test per scoprire il vostro cronotipo, cioè se siete “gufi o allodole”. Ma in genere bastano semplicissime osservazioni. Fate molta fatica a svegliarvi? Vi serve tempo, poi, per sentirvi efficienti? In quale ora del giorno rendete meglio, nello studio o nel lavoro? Avete sonno presto o non andreste mai a dormire? È difficile essere clamorosamente gufi, cioè animali notturni, o del tutto allodole, cioè super mattinieri. E in genere, come abbiamo detto, l’organismo si adatta ai ritmi imposti dagli impegni quotidiani. Ma se vi affligge qualche dolore muscoloscheletrico, tra le altre cose, dedicate un po’ di attenzione alle “preferenze” del corpo. Se scoprite che il vostro bioritmo è decisamente sfasato, la buona notizia è che l’orologio interno si può regolare: abituando l’organismo ad avere fame e sonno sempre agli stessi orari, si adatterà rapidamente. E il corpo, vertebre comprese, funzioneranno meglio, con meno dolori.