Così Jung interpretò un sogno di Freud
Del Corriere Seconda uscita della collana “Biblioteca di psicologia”
Chiedetegli tutto, ma non delle persone che ha avuto modo di conoscere o dei posti nei quali si è recato. Certo, di lettori virtuosi e disponibili a soppesare la realtà delle cose alla luce di esperienze intime e molto personali, ce ne saranno, oggi, ma appassionarsi al “gossip dell’inconscio” non è impresa di tutti i giorni. Sebbene in questo caso si racconti di Carl Gustav Jung e della sua anima. « Ho parlato con molti miei contemporanei celebri, massimi esponenti della scienza e della politica, esploratori, artisti, scrittori, principi, magnati della finanza: ma, per essere onesto, devo dire che solo pochi di questi incontri hanno rappresentato per me delle esperienze significative. Furono simili a quelli di navi in alto mare, che abbassano le bandiere in segno di saluto » , scrive Jung. Settant’anni fa. Impartendo, quindi, una vera e propria lezione alla nostra società attuale dell’apparire. Al padre della psicologia analitica è dedicata la seconda uscita della collana del Corriere della Sera, “Biblioteca di psicologia”, in edicola dal prossimo 7 ottobre a 8,90 euro, escluso il costo del quotidiano e di Sette. Avventurarsi tra Ricordi, sogni, riflessioni- titolo del secondo libro della serie - del grande pensatore svizzero è un po’ come trovarsi a tu per tu con lui e, per una volta, a parti invertite: l’analista sul lettino e il lettore concentrato esclusivamente all’ascolto. Però, senza il prezioso lavoro e la pazienza di Aniela Jaffé, psicologa e segretaria dello stesso Jung fino alla sua morte, non avremmo potuto farci nessuna idea delle “esperienze interiori di Jung”. Maestro e allieva, o gran suggeritore e semplice redattrice dei pensieri dell’altro? Di qualunque tipo sia stato il rapporto tra l’ottantenne Jung e la giovane collega, è molto più importante riconoscere il valore di ciò che un simile incontro abbia potuto portare a casa. C’è una bellissima fotografia, fortemente simbolica, nella quale sono ritratti Jung e la Jaffé, seduti sul davanzale di una finestra. Alle loro spalle, lo spazio vuoto del cielo. Da riempire di ricordi e memorie. Ma ciò che più sorprende, osservando i due personaggi, è la naturalezza di Jung, quasi da chiacchiere tra amici al bar, girato di tre quarti verso Aniela, e con l’immancabile pipa nella mano sinistra. Mentre Jaffé, rispettosamente irrigidita, ascolta incantata le sue parole. E pensare che Jung, diversi anni prima, inizi del Novecento, si era trovato nella stessa situazione psicolo- gica di Jaffé. Da allievo a maestro. Di fronte a lui, Sigmund Freud, autore della Introduzione alla psicanalisi, prima uscita della “Biblioteca di psicologia”: da oggi in edicola con il Corriere della Sera.
All’una del pomeriggio. Quello del marzo 1907, a Vienna, sarà il primo incontro tra Jung e Freud, raccontato nel quinto capitolo di Ricorsi, sogni, riflessioni. Ed è come se Carl Gustav decidesse di sospendere per un attimo il percorso biografico della sua evoluzione interiore a favore di una meticolosa capacità descrittiva, degna del più grande romanziere: « Ci incontrammo all’una del pomeriggio, e conversammo, quasi senza interruzione, per tredici ore. Freud era il primo uomo veramente notevole che incontrassi: nessun altro uomo conosciuto fino allora poteva competere con lui » . Sarà l’inizio di una grande amicizia. Soltanto due anni dopo, però, Jung annoterà: « Freud ebbe un sogno… Lo interpretai come meglio potevo, ma aggiunsi che si sarebbe potuto dire molto di più se mi avesse fornito alcuni particolari sulla sua vita privata. Freud mi guardò sorpreso, con uno sguardo carico di sospetto, poi disse: ‘ Non posso mettere a repentaglio la mia autorità!’. La perse in quel momento » .