Distretti d’eccellenza.
Oltreoceano: dalla giacca alla camicia tutto prodotto nei nostri Ma il cuore è in Brera, sotto la Madonnina
L’intuizione è stata quella giusta fin dal suo debutto, oltre trent’anni fa. Quando nel 1975 Maurizio Baldassari decise di trasformarsi in imprenditore- stilista nel comparto moda maschile, debuttando poi nel 1983 con la sua prima collezione uomo. L’intuizione, dal sapore paradigmatico? « Quando si disegna una collezione bisogna avere le idee molto chiare riguardo al tipo di pubblico e alla tipologia di mercato a cui ci si rivolge. Uno stilista che non abbia questo know- how non può lavorare per l’industria » . E ancora. « Ma non basta. Uno stilista deve essere informato, la moda è talmente influenzata dalle correnti culturali, dal cinema, dalla musica, da ciò che “si porta” in strada che bisogna tenere gli occhi aperti: informarsi, viaggiare, sapere quel che succederà. Nessuna pura astrazione » . Parole lungimiranti, pensando all’epoca in cui sono state pronunciate. A distanza di tre decenni il paradigma di Baldassari si è trasformato e rappresenta un consolidato successo oltreconfine. Parte della galassia delle piccole medie imprese del sistema fashion nostrano, la Baldassari, sinonimo di formale maschile contemporaneo, ha mantenuto le posizioni focalizzandosinon sulla conquista del mercato di casa nostra, bensì nell’esportazione oltreoceano del made in Italy: mercati Usa e asiatici, i principali. Attenzione, però. Da non intendersi come esportazione di una mera etichetta di provenienza, bensì uno scrigno ricco di contenuti: in una giacca formale o in un capo in maglieria confluiscono artigianalità e altissima qualità di materie prime; equilibrio tra eleganza formale e le esigenze del vestire contemporaneo. « La ragione per cui ci apprezzano all’estero sta proprio nella “territorialità” delle nostre collezioni. In esse è racchiusa la storia di un’azienda di famiglia e l’eccellenza di un prodotto di qualità » , evidenzia l’imprenditorestilista. Si spieghi. « La nostra è una griffe che identifica un team familiare: sono io e i miei due figli, Renato e Roberto. Ci rivolgiamoa un mercato maschile di fascia alta, capi di lusso ma con equilibrato rapporto qualità e prezzo. Vincente all’estero. Ma c’è un altro elemento, nodale: nei capi è racchiuso il più radicato heritage made in Italy. I capispalla, penso alle giacche, nascono a Napoli, dalla Toscana arrivano i capi in pelle, mentre da Marche e Umbria maglieria e camiceria; il casual ha il suo Dna nelle Puglie » . Insomma il Bel Paese