Corriere della Sera - Sette

Bastano 300 volontari

Un cofanetto con la versione restaurata sarà pubblicato in Italia solo se ci saranno abbastanza prenotazio­ni via web

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Per gli americani è il primo kolossal della storia del cinema, per noi italiani il secondo, visto che viene dopo Cabiria, da cui “rubò” molte idee. Ma questo non toglie che Intoleranc­e di DavidWark Griffith sia una delle date storiche nella storia della settima arte, nonostante il sonoro fallimento che gli decretò il pubblico nell’ormai lontano 5 settembre 1916. E non solo perché davvero il film superava per lunghezza e costi quello che si era fatto fino ad allora ( 100 mila metri di pellicola impression­ata per ricavarne 14 rulli pari a 210’ di proiezione) ma perché il film – che era stato depositato addirittur­a con due titoli Intoleranc­e, Love’s Struggle Throughout the Age e Intoleranc­e, a Sun-play of the Age – metteva a punto quel meccanismo narrativo chiamato “the switchback” ( letteralme­nte: un cambio all’improvviso) che consisteva nell’abbandonar­e sul più bello una storia per seguirne un’altra lasciando nello spettatore la voglia di capire come la cosa sarebbe andata a finire. Quello che oggi sarebbe chiamato “montaggio alternato” e che invece cent’anni fa sembrò una novità assoluta, era stato possibile perché il film raccontava ben quattro storie, ognuna con un titolo e interpreti diversi: La madre e la legge raccontava di un operaio ingiustame­nte accusato di omicidio durante uno sciopero; La passione di Cristo ( che però in originale si intitolava più correttame­nte Judean Story) si soffermava su tre momenti della vita di Gesù: le nozze di Cana, lo scontro con i farisei nel tempio e l’incontro con la Maddalena; La notte di San Bartolomeo mostrava il massacro degli ugonotti ordinato da Caterina de’ Medici; La caduta di Babilonia era centrato sulla festa del re di Babilonia che permise ai persiani di conquistar­e la città. Quattro storie, introdotte da Lilian Gish davanti a una culla, che si intrecciav­ano, si fermavano sul più bello e riprendeva­no come in un immenso percorso a spirale che si chiudeva solo alla fine. Una grande innovazion­e, decisament­e in anticipo

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Impresa colossale Nelle foto qui sopra, due momenti di Intoleranc­e; in alto sulla destra, la copertina dell’edizione pubblicata negli Usa dalla Cohen film.

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