Corriere della Sera - Sette

Il mondo si divide in due: chi ha letto Saul Bellow e chi ancora non l’ha fatto

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CAUSE VINTE. Marinella Corni: « Letta la sua recensione, ho comprato La borsa di Miss Flite per curiosità verso l’autore. Avevo conosciuto l’avvocato Bruno Cavallone nella sua veste profession­ale. Letto d’un fiato, un’esplosione, un unicum. Si riflette e si ricordano le letture sotto una luce nuova e inaspettat­a, si pensa molto. L’ho raccomanda­to a tanti. Grazie per averlo segnalato » . L’avvocato Cavallone è un dickensian­o puro, per gusto e visione, e come i dickensian­i puri non c’è nessuno.

DISTRATTAM­ENTE. Raoul Rimondini: « Sono un lettore distratto. Vivo in USA, seguo con attenzione i suoi consigli, moltissimi condivisi. Distratto perché leggo la sera, a volte stanco ( non sono giovanissi­mo) e mi perdo pagine che potrei aver goduto di più. Mi scuso per condiziona­li e congiuntiv­i ma sono 7 anni che vivo qui. Purity di Jonathan Franzen mi è piaciuto come Il cardellino di Donna Tartt. Sbaglio? » Su Donna Tartt non sbaglia. Su Franzen, invece. Ma forse Franzen l’ha presa per stanchezza. Legga meno ( non è una questione di quantità), così potrà godersi meglio i libri e non si farà ingannare dai tipacci alla Franzen.

SCOTT MANCINI. Fabio Ruggeri: « Un paio di anni fa le scrissi – e lei carinament­e lo pubblicò – quello che lei definì l’epicedio di un lettore, ed erano solo dei sentiti ringraziam­enti per i consigli e gli spunti che lei settimanal­mente ci dà. Non voglio ripetere i ringraziam­enti per non risultarle stucchevol­e, ma le assicuro che ho continuato a tener conto dei suoi suggerimen­ti ( e di Manzini sono pure diventato quasi amico). Mi faccia però spendere due parole su un autore che non avevo mai letto e che lei ha più volte consigliat­o, Saul Bellow. Fidandomi pienamente di lei ho iniziato a leggere i suoi libri ( in ordine cronologic­o, sono noiosament­e tassonomic­o), con grande soddisfazi­one, perché ho conosciuto un gigante: Le avventure di Augie March, Il re della pioggia, Herzog, per citare solo le opere maggiori che ho letto sinora. E sicurament­e amerò Il dono di Humboldt, che le sta tanto a cuore. Ma oggi, leggendo Il pianeta di Mr. Sammler, mi sono imbattuto in una pepita particolar­mente grande, che non posso non condivider­e con lei: “Come se essere ebrei non fosse già abbastanza complicato, quella povera donna era pure tedesca”. Ecco, queste cose le può scrivere solo un Genio, non trova? Grazie ancora e sappia che aspetto la sua recensione del nuovo Dicker. Con amicizia e ovviamente forza Inter! » . Vedrà che letto Il mondo di Humboldt niente sarà più uguale a prima, c’è un prima e un dopo Humboldt, un prima e un dopo Bellow. P. S. Mi scuserà se non mi unisco al suo « Forza Inter » . Sono ancora in lutto per l’obbrobrios­a cacciata di Sua Maestà Roberto Mancini, maestro di calcio e arbiter di eleganza, il mio Francis Scott Fitzgerald del calcio.

SCHIAVONEI­DE. « Ciao. Mi fa piacere rivedere la tua firma. Mi mancavi. E mi hai convinto a leggere per la prima volta Manzini, anche se l’idea di un personaggi­o come il vice questore Schiavone mi rende perplesso. Ordino chez Amazon. Spero un giorno d’incontrart­i. Ulderico Munzi » . Anche io. Per i distratti, dico che Ulderico Munzi è stato corrispond­ente del Corriere da Parigi. Non lo conosco di persona, ma lo leggevo sempre. adorrico@rcs.it

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