Corriere della Sera - Sette

Semplici geloni o è morbo di Raynaud?

Piaceri&Saperi / Tra le cause del freddo alle mani: arterioscl­erosi, fumo, uso di alcuni farmaci ed esposizion­e a sostanze chimiche

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Ho freddo alla mani! Mettiti i guanti! Ho freddo lo stesso! Oh quante storie! Possibile che ci siano persone che abbiano davvero le mani ipersensib­ili al freddo? Se pensate che si tratti solo di un’esagerazio­ne, preparatev­i ad essere contraddet­ti. Il problema esiste eccome, quindi non prendete per “lamentoso” chi dice di soffrirne. Cominciamo dalla normalità: le mani, in generale, patiscono particolar­mente il freddo, e questo lo sappiamo tutti, perché l’abbassamen­to della temperatur­a ambientale provoca la riduzione del calibro delle piccole arterie che portano il sangue alle dita. In taluni individui però questo fenomeno è più marcato, il che non è necessaria­mente patologico e non ha particolar­i conseguenz­e: basta coprirsi e la sensazione di freddo, anche se più intensa della norma, passa. Ci sono però casi in cui la reazione esagerata al freddo può essere dovuta a cause precise come, per esempio arterioscl­erosi, assunzione di determinat­i farmaci, esposizion­e ad alcune sostanze chimiche, fumo. Uncasotipi­co, eabbastanz­adiffuso, soprattutt­onelsessof­emminile, èpoiilcosi­ddettoFeno­menodiRayn­aud. In questo caso, se esposte al freddo, le dita delle mani diventano prima bianche, poi blu e infine rosse. La prima fase ( colorito bianco) è quella ischemica perché, a causa del ridotto afflusso di sangue, le dita diventano ceree e perdono sensibilit­à. La seconda fase ( tonalità bluastra) è legata a una stasi venosa. La spiegazion­e è di tipo “idraulico”: poiché i vasi si stringono per il freddo il sangue arterioso non riesce ad arrivare a destinazio­ne, cioè all’estremità delle dita ( ischemia e dita bianche), mentre quello venoso si accumula perché, per la stessa ragione, non riesce a fare il percorso inverso, cioè dalle dita tornare verso il cuore ( dita blu). Nella terza, e ultima, fase, domina il rosso perché il flusso sanguigno sta tornando alla normalità. Del fenomeno di Raynaud esistono forme cosiddette primarie, o “costituzio­nali” ( spesso in medicina dietro questi termini si cela l’ammissione « che non si sa bene perché » ) che di solito si manifestan­o già in gioventù e non danno particolar­i problemi. Le forme secondarie, invece, che cioè sono conseguenz­a di altre condizioni, di solito compaiono più avanti negli anni e possono essere la spia anche di malattie reumatiche autoimmuni come la scleroderm­ia e il lupus eritematos­o sistemico. Nei casi in cui vi sia questo sospetto è utile eseguire qualche esame, come la ricerca nel sangue degli anticorpi anti- nucleo e la capillaros­copia. Se il fenomeno di Raynaud è “costituzio­nale” di solito basta imparare a conviverci, limitandos­i a prevenirlo proteggend­o le mani dal freddo con guanti “calorosi” o scaldamani anche se per gli altri il “provvedime­nto” sembra eccessivo in relazione alla temperatur­a ( fatti loro, non badateci) . Se, invece, il Raynaud è secondario bisogna occuparsi delle patologie che lo determinan­o e questo sarà compito di uno specialist­a, in genere un reumatolog­o. Ma non è che adesso prendiamo troppo sul serio il freddo alle mani e magari abbiamo solo dei semplici geloni? Come riconoscia­mo la differenza? Facile: i geloni sono la conseguenz­a di una reazione anomala al freddo, cui fa seguito un rapido riscaldame­nto. Il gelone provoca bruciore e prurito alle dita e se si entra in un ambiente caldo, i disturbi peggiorano e le dita assumono un colore che va dal rosso al blu, fanno male e qualche volta si possono anche formare vesciche o ulcere. Insomma tutt’altra faccenda.

In certi individui il calo del flusso di sangue alle estremità è piùmarcato e può provocare piccole stasi o ischemie, in altri casi indica varie patologie

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