Corriere della Sera - Sette

E ora i clandestin­i arrivano da Nord

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L’immigrazio­ne clandestin­a dal Sud delle Americhe è stato un tema centrale della campagna elettorale Usa. Ma se i cittadini martedì prossimo andranno a votare per il presidente pensando anche al muro che Trump vuole costruire alla frontiera col Messico, le guardie di confine degli Stati Uniti sono sempre più preoccupat­e per quello che avviene anche alla frontiera nord del Paese: quella col Canada. Mentre 18 mila agenti pattuglian­o i 3200 chilometri del confine col Messico, quello col Canada, lungo più di 8000 chilometri (Alaska compresa) è pattugliat­o da soli 2000 uomini. La quantità di clandestin­i e di droga che entra negli Usa da nord è sicurament­e molto inferiore di quella che arriva dal Messico, ma è in continua crescita proprio perché la scarsa sorveglian­za incoraggia non solo i trafficant­i di droga, ma anche quelli di esseri umani come Reynaldo Reyes o Miguel Ramos: nomi ispanici ma cittadini Usa e del Quebec canadese. Il problema è particolar­mente acuto alla frontiera tra Canada e New Hampshire, Vermont, Maine e Stato di New York: secondo il New York Times qui passano clandestin­i di Haiti, cinesi, brasiliani e di altri Paesi. Ma anche a Detroit, città di confine, è stato scoperto un traffico clandestin­o dall’Est europeo gestito da un’organizzaz­ione criminale che fa capo a un polacco. E cresce il timore che i terroristi approfitti­no di questa frontiera poco sorvegliat­a.

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