Causa Brexit, ora agli inglesi tocca studiare le lingue
Forse perché avvantaggiati dal fatto che la loro lingua è parlata un po’ ovunque nel mondo, gli inglesi non sono un popolo poliglotta. Secondo uno studio condotto da un gruppo misto di parlamentari, l’All Party Parliamentary Group on Modern Language, la mancanza di abilità linguistiche provoca una perdita stimata intorno al 3,5 per cento nelle performance economiche del Paese. Se fino a oggi l’essere parte dell’Unione europea ha in parte mascherato questa mancanza, con la Brexit il problema viene alla luce e l’apprendimento delle lingue straniere diventa di cruciale importanza per non perdere opportunità di business e di sviluppo delle relazioni internazionali, sostengono i parlamentari. I quali chiedono ora al governo di pianificare interventi mirati per promuovere lo studio delle lingue nelle scuole, dalla primaria all’università, e soprattutto di garantire lo status di residenti ai cittadini Ue che già vivono in Gran Bretagna, perché è importante che le scuole impieghino insegnanti madrelingua. Infine chiedono che il governo tratti con l’Unione affinché agli studenti inglesi continui a essere offerta la possibilità di partecipare ai programmi Erasmus. Insomma, sembra che il timore del gruppo di parlamentari sia che l’isola si isoli. Ma chi l’avrebbe immaginato che tra i problemi della Brexit ci sarebbe stato anche quello delle lingue?