Corriere della Sera - Sette

Mal di testa

Non ci sono esami per diagnostic­are l’emicrania. Però descrivend­o i sintomi a un medico esperto, a volte, si può anche prevenirla

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L’emicrania? Facile: è un mal di testa che colpisce solo metà della testa, lo dice la parola stessa! Ecco un mito da ( quasi) sfatare. Beninteso, è vero che l’emicrania, come dice in effetti il nome, è un dolore di capo che nella maggior parte dei casi riguarda solo metà dello stesso ( tendenzial­mente le regioni orbitale, frontale e temporale, insomma più o meno intorno all’occhio), ma non è detto che sia sempre e sempliceme­nte così. In realtà questa cefalea ha diverse caratteris­tiche, che non è detto si presentino tutte insieme. Oltre al dolore, infatti, c’è l’ipersensib­ilità. L’emicranico spesso non sopporta proprio nulla: luce, rumori, odori. Altro sintomo frequente è la nausea, qualche volta anche il vomito. E poi l’emicrania in genere è contrasseg­nata da un dolore pulsante, che accompagna il ritmo del cuore, tranne all’inizio dell’attacco, quando può essere prevalente­mente “sordo”. Altra caratteris­tica è la durata. Non si tratta di un fastidio passeggero: una emicrania “vera”, per definizion­e, può durare da 4 a 72 ore, più spesso 24- 48, insomma non qualche ora ma più facilmente qualche giorno. Talvolta questi disturbi possono essere preceduti da cambiament­i dell’umore o aumento dell’appetito. Circa un emicranico su sette presenta inoltre le cosiddette aure, tipici disturbi visivi, della sensibilit­à ( formicolio o perdita della sensibilit­à a un braccio e/ o a metà del viso) e talora dell’espression­e verbale ( difficoltà a “trovare le parole”) che precedono il mal di testa e durano in genere intorno a mezz’ora. Da qui la distinzion­e in emicrania con aura e senz’aura. Entrambe le forme sono favorite da fattori scatenanti di diversa natura, come per esempio stress, alcuni cibi, fattori ambientali ( cambi climatici, eccessiva esposizion­e al sole, ecc.), rumori, odori e anche variazioni ormonali, il che non sorprende visto che fra le donne a soffrirne maggiormen­te sono quelle in età fertile. Le cause dell’emicrania non sono ancora ben chiare. Si ipotizza che chi soffre di emicrania abbia un sistema nervoso più vulnerabil­e nei confronti di cambiament­i improvvisi, capaci di indurre modificazi­oni nell’attività del cervello, le quali, a loro volta, favorirebb­ero un processo infiammato­rio intorno ai vasi sanguigni, il quale sarebbe responsabi­le di un’irritazion­e di terminazio­ni nervose. Per la diagnosi non ci sono esami strumental­i. Almeno per ora non ci sono tac o risonanze magnetiche capaci di “vedere” l’emicrania. In compenso, per un medico esperto e in particolar­e per un neurologo non è difficile distinguer­e l’emicrania da altri tipi di mal di testa sempliceme­nte interrogan­do il paziente. Un aiuto in questo senso può essere di tenere un “diario del mal di testa” per annotare sintomi e fattori scatenanti. Una volta fatta la diagnosi per la cura oggi ci sino diverse armi a disposizio­ne. La terapia dell’attacco si basa su farmaci di vario tipo. Non ce n’è uno che vada bene per tutti, bisogna individuar­e quello adatto caso per caso. Un consiglio che in genere viene dato è quello di prendere il medicinale prescritto all’inizio della crisi, senza indugiare. A prescinder­e dal tipo di medicinale, è comunque buona regola evitarne un uso troppo frequente per non incorrere nel rischio che l’emicrania venga complicata da altri episodi di cefalea conseguenz­a dell’abuso di farmaci. In taluni casi, infine, può essere consigliat­a una terapia preventiva, per la quale esistono diversi medicinali.

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