La speranza di Isaya
Isaya Lokolong Latiyo (nella foto) è nato e cresciuto a KweKwete, un piccolo villaggio del Sud Sudan; ha sei figli e il reddito della sua famiglia deriva esclusivamente dalle coltivazioni, in particolar modo da quelle di caffè. È stato uno dei primi a entrare nella cooperativa chiamata Arikose, cioè “è stato versato molto sangue”, a ricordo delle stragi che si sono consumate durante la guerra civile. Nel giro di pochi anni ha visto aumentare i suoi ricavi e, oltre a utilizzare gli introiti derivanti dalla coltivazione di caffè per pagare le tasse scolastiche, l’assistenza sanitaria e i suoi dipendenti, ha deciso di investire parte dei proventi derivanti dall’ultimo raccolto per produrre 15 mila mattoni, che verranno utilizzati per costruire un piccolo magazzino nella sua piantagione.
Considerato una delle “culle” delle coltivazioni d’eccellenza, anche il Sud Sudan vanta una lunga storia di caffè ed è uno dei pochi luoghi al mondo in cui crescono spontanee le varietà arabica e robusta; il settore è però andato quasi completamente distrutto nel corso della guerra civile e deve essere ricostruito dalle fondamenta, a partire dalla ripiantumazione degli alberi. Anche in questo Paese il Programma AAA è incentrato sul potenziamento dei raccolti e della qualità della produzione, in particolare attraverso la realizzazione di centri per la lavorazione in umido e un’adeguata formazione dei coltivatori, sviluppando al contempo nuovi canali commerciali che consentano la vendita e l’esportazione del caffè sudsudanese. L’obiettivo è che gli agricoltori locali vengano pagati direttamente al momento della consegna, un incentivo che dovrebbe far incrementare il numero di coltivatori e, di conseguenza, anche il volume complessivo del caffè disponibile, con l’intento di aumentare notevolmente la quantità di materia prima che soddisfa i requisiti qualitativi di Nespresso e arrivare a coinvolgere, da qui al 2020, fino a 9 mila coltivatori ( rispetto ai 2 mila di partenza). E un piccolo- grande traguardo è già stato raggiunto: l’anno scorso Nespresso ha lanciato in esclusiva per il mercato francese il caffè “Suluja ti South Sudan”, che rappresenta la prima esportazione non petrolifera del Paese nell’arco dell’ultima generazione.