Europa strozzata Il futuro della Ue dipende dall’avanzata delle destre radicali Paese per Paese. Ma un pericolo è più imminente: il possibile «patto di spartizione» tra Trump e Putin
omenica 4 dicembre non andrà alle urne solo l’Italia. Anche in Austria si vota: per il presidente, ed è possibile che venga eletto Norbert Hofer, l’esponente dell’estrema destra che sfida Alexander Van der Bellen, un ecologista. Se vincesse, sarebbe la prima volta che in un Paese democratico d’Europa diventa capo dello Stato un uomo della destra radicale. La vittoria di Hofer indicherebbe che anche in Europa può succedere di tutto, in questo periodo di crisi multiple. Si rafforzerebbe un concetto ormai entrato nella conversazione politica in tutto il continente: che la Ue potrebbe spezzarsi. Se l’Austria svoltasse a destra, se l’Italia cadesse nell’instabilità politica, se in primavera anche in Olanda si affermassero le destre e in Francia vincesse Marine Le Pen, sarebbe difficile tenere in piedi la costruzione europea. Lo scivolamento verso una crisi totale dell’Unione europea, dunque, nei prossimi mesi potrà unicamente essere fermato Paese per Paese. Solo una volta superate le scadenze elettorali sarà possibile capire qualcosa sul futuro della Ue: oggi, prima di quelle scadenze democratiche, è impossibile. C’è però un rischio al quale l’Europa potrebbe essere costretta a rispondere in tempi più brevi e che potrebbe essere il test decisivo per la sua sopravvivenza: la questione russa. Se, come molti temono, Donald
DTrump cercasse un accordo con Vladimir Putin a ogni costo, il rischio che il Vecchio Continente finisca con l’essere sacrificato a un patto di spartizione tra le due maggiori potenze nucleari sarebbe elevatissimo. In altri termini: se, guidati da un presunto realismo e dalla “art of the deal” trumpiana, gli Stati Uniti lasciassero che Mosca stabilisse sue zone d’influenza ai confini o addirittura all’interno del territorio della Ue ( dall’Ucraina ai Paesi Baltici fino al mare del Nord e nei Balcani) la pressione sugli europei diventerebbe straordinaria. Che Putin voglia una Ue debole per affermare il vecchio concetto di zone d’influenza post- imperiali – per il quale Mosca avrebbe diritto di condizionare una serie di Paesi nella sua orbita e di immischiarsi nelle loro vicende nazionali – è difficile da negare. Se ciò avvenisse, con l’aiuto della nuova Washington, l’idea che nel mondo esistano le regole e il diritto internazionale, sulla base del quale la Ue ha costruito se stessa, verrebbe a cadere. Questa potrebbe essere la maggiore sfida per l’Europa nei prossimi anni: Putin cercherà di massimizzare la vittoria di Trump. È innegabile che Vladimir Putin voglia una Ue debole per affermare il vecchio concetto di zone d’influenza post-imperiali. @ danilotaino