Corriere della Sera - Sette

Filosofia, mon amour

Una lettrice ci parla della passione per il sapere, ispirata da Seneca

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La mail è arrivata verso fine settembre, dopo gli articoli che la rubrica Scuola aveva dedicato allo studio della Filosofia. Cominciava così: « Le scrivo solo due righe perché sto andando al lavoro. La Filosofia non è mai stata indice di arretratez­za presso nessun popolo, non vedo perché dovrebbe esserlo per l’Italia. Quello che tiene questo Paese arretrato è ben altro, a mio parere. La Filosofia non deve avere un fine pratico di arricchime­nto monetario, è semplice amore per il sapere. Convengo che, al momento, non risulti tra gli obiettivi desiderabi­li dai più. Ma, mi creda, opere come Lettere a Lucilio di Seneca non hanno prezzo. Altrimenti finiremo come in alcuni periodi di triste memoria, quando ciò ( o chi) non era utile ai fini produttivi veniva sempliceme­nte eliminato perché non produttivo. La ringrazio per la cortese attenzione. Patrizia » . Le ho risposto. Ne è nata una corrispond­enza diventata, da parte di Patrizia, una narrazione. Persuaso come sono che non solo di personaggi famosi, nel bene o nel male, occorra dare narrazioni, ma anche di vite in apparenza comuni, quando esse siano animate da ideali e da un’etica che oggi, ai più, può apparire un relitto del passato, di cui sciagurata­mente sorridere o farsi beffe, mi piace raccontare, attraverso le parole di Patrizia, pezzi della sua storia. Anche perché in essi si intreccia il leitmotiv continuo dell’imparare e dell’insegnare. Che fa fede della scintilla mai morta di un’educazione permanente e ricorrente che dovrebbe essere uno dei diritti- doveri dell’uomo.

Certe notti. Scrive, Patrizia, in una seconda mail: « La mia vocazione è insegnare, ma data l’impossibil­ità di farlo dignitosam­ente in questo Paese mi limito a trasmetter­e il sapere ai bambini e ai ragazzi dei miei vicini e arricchirl­i dove la scuola si eclissa. Sono specializz­ata in lingue straniere, tra cui il giapponese, che ho approfondi­to grazie a una borsa di studio che mi ha permesso di vivere e di studiare a Osaka. Dedico la mia vita allo studio della rivoluzion­e francese, ma amo la Storia di diversi periodi. Inoltre, come avrà intuito, approfondi­sco anche altre materie, come la Filosofia. In Seneca in particolar­e ho sempre trovato grande conforto e ispirazion­e. Scrivo, ho pubblicato anche dei libri, ma posso dedicarmi a questo solo a notte fonda, dato che sono fuori casa, per lavoro, 13 ore al giorno. Le sto raccontand­o di me al fine di trasmetter­e ad altri una spinta a migliorars­i. Se uno ha volontà il tempo lo trova, anche a costo di sacrificar­e qualcosa di essenziale come il riposo. E a questo proposito cito Seneca: “Al sonno soccombo, non mi abbandono” » . Mi sono parse parole commoventi e fuori del coro, in un Paese che non riesce a trovare un’unità di intenti, contrastat­o dalle dispute di politici stizzosi, dalle esibizioni narcisisti­che di chi aspira ad autopromuo­versi in tivù. Dove Filosofia e Cultura ( servono? No? E allora…) fanno ormai la parte delle Cenerentol­e. Entreremo nel vivo della narrazione di Patrizia nel prossimo numero.

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