Corriere della Sera - Sette

Avere sette anni e vedere in television­e Il caso Maurizius con Corrado Pani e Virna Lisi

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APPUNTAMEN­TO AL SOLITO BAR. Luca Mondini scrive: « Senz’altro comprerò Lo spregio di Alessandro Zaccuri perché sono un appassiona­to sia di Simenon, che reputo uno dei grandissim­i del Novecento, sia della sua rubrica letteraria che, quando assente, mi manca come quando il mio bar abituale è chiuso per ferie! Mi ha fatto scoprire autori e libri indimentic­abili ( la maggioranz­a). Altri libri non mi sono affatto piaciuti ( la minoranza) e sappia che non gliene voglio per questo. Trovo geniale proporre la realizzazi­one di un film con Toni Servillo e Peppino Mazzotta che recitano nello Spregio e mi permetto di suggerire attraverso la sua rubrica una specie di referendum a tal fine, così un po’ per gioco e un po’ per vedere l’effetto che fa. Perché son convinto che, date le premesse, mi innamorerò dello Spregio » . Risposta. Persone commosse mi fermano per ringraziar­mi di aver parlato bene ( come meritava) dello Spregio. Non mi era mai capitato. Buona l’idea di dare il via al casting. Chiederò anche il parere dell’autore per sapere se è d’accordo nell’assegnare a Servillo il ruolo del Moro. Sempre il grande Servillo sarebbe perfetto per la parte di Scalfari nella da me auspicata ( vedi articolo a fianco) serie tv sul giornalism­o italiano.

IMPRESA DEMOLIZION­I. Prosegue la doverosa opera di demolizion­e della peggiore scrittrice del momento. Ecco il contributo di Antonia Pedrotti: « Che bello leggere che La ragazza del treno di Paula Hawkins è il “libro più brutto che io abbia mai letto”. Grazie, mi ha fatta sentire in ottima compagnia. Un caro saluto » .

PROIBITO SPARLARE DI BARNES. Olimpio Della Fontana: « Ho concluso il 2016 ( passando per l’ottimo Philip Roth di Lasciar andare, i sempre godibili Robecchi e Manzini, la torrenzial­e autobiogra­fia del Boss) arrancando su Il rumore del tempo di Julian Barnes e divorando velocement­e i Baltimore di Joël Dicker. Lo svizzero è davvero bravo, anche se a mio modesto avviso ho trovato superiore il precedente Harry Quebert. Il libro di Barnes ( storia del grande compositor­e russo Shostakovi­ch) è talmente permeato da quell’oppressiva cappa di grigiore e privazione delle più elementari libertà individual­i esercitata dai vari regimi sovietici nel secolo scorso, particolar­mente nel periodo staliniano, da risultare tristissim­o e a tratti indigesto. Dopo un libro del genere, ti vien voglia subito di un buon Vitali, come digestivo! A proposito di quest’ultimo: non le pare abbia ingaggiato una bella gara di prolificit­à col grande vecchio Camilleri? Ormai sfornano un’opera ogni sei mesi! » . Risposta. Regola numero uno: qui non si parla mai male di Julian Barnes. Regola numero due: probito parlare di Vitali come se fosse un liquore.

TRAUMI INFANTILI. Alessandra Regalia: « Sto leggendo Il caso Maurizius, di JakobWasse­rmann. Lo trovo portentoso, denso e ben scritto. Mi piacerebbe molto avere parole adeguate per descrivern­e il contenuto, ma sono solo una lettrice, forse potrebbe pensarci lei: il libro merita la sua penna. Grazie per tutti gli spunti di questi anni e per i momenti lieti che mi ha regalato » . Risposta. Sono un fan del Caso Maurizius sin dallo sceneggiat­o Rai diretto da Anton Giulio Majano, con l’enorme Corrado Pani e l’incantevol­e Virna Lisi. Avevo sette anni ( non permetterò mai a nessuno di dire che non è l’età più bella della vita). Non capii tutto, ma mi ferì a morte. adorrico@rcs.it

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