Corriere della Sera - Sette

VAI SULLE DOLOMITI, MA SOTTO TERRA: LA MINIERA DI VILLANDRO

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L’Alto Adige non è solo una meta tradiziona­le “open air” per sciatori e appassiona­ti della montagna: oltre la neve c’è di più, e per fortuna verrebbe da dire pensando alla quantità di neve artificial­e “sparata” di questi ultimi magri inverni. A pochi chilometri sopra Chiusa e qualche decina di metri più in basso di un alpeggio che sicurament­e è uno dei punti panoramici più straordina­ri sulle Dolomiti e sull’arco alpino verso l’Austria, si possono visitare per esempio le miniere di Villandro. In genere si percorre, al seguito di una guida, la galleria principale, denominata Elisabeth, poco più di un chilometro e mezzo sotto terra. Ma, nel complesso, a Villandro ci sono ben venti chilometri di gallerie riaperti, con antri mozzafiato dove le colate dei materiali fanno assumere alla roccia una gamma di colori spettacola­re (vedi il sito bergwerk.it). Travi, binari, attrezzi e carriole che sono stati usati nei secoli dai minatori si possono toccare con mano come se fossero ancora in funzione. Tutto merito di un piccolo gruppo di volontari appassiona­ti, nato dai primi archeo-speleologi dilettanti che nel 1997 riscopriro­no le vecchie gallerie sul Pfunderer Berg e sul Seeberg.

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