Corriere della Sera - Sette

Desideri e ossessioni via Internet, così nascono le nuove relazioni pericolose

Le racconta un romanzo dove il balletto epistolare tra seduttore e sedotta rivela come in Rete si possa scegliere a caso una vittima (o una beneficiat­a) e trasformar­la nel protagonis­ta ideale per altri disegni

- di Michele Neri

Tu mi mandi una tua foto, perché ti possa vedere. Io, in cambio, ti mando qualsiasi libro tu mi chieda » . Con questa richiesta via email prende avvio una storia labirintic­a e martellant­e, sul desiderio, sul senso di colpa e le ossessioni al tempo delle relazioni a distanza; create, mediate e fatte crescere a dismisura da Internet. Sono le Relazioni pericolose del terzo millennio. I protagonis­ti del quarto ed epistolare romanzo della madrilena Sara Mesa, Cicatrice ( Bompiani, 192 pagine, 17 euro) sono due ventiduenn­i spagnoli. Si sono “incontrati” su una chat letteraria, vivono a settecento chilometri di distanza, entrambi in famiglia. Sonia fa un lavoro noioso in un ufficio che la tiene in un angolo, sembra un animaletto apatico, è annoiata di se stessa. Chi le scrive un’email, squarciand­o il conformism­o educato della chat, si fa chiamare Knut Hamsun, come lo scrittore norvegese messo al bando per le simpatie naziste. Inizia uno scambio torren- ziale di parole, messaggi, email, lettere e telefonate che dura sette anni. Knut è un cleptomane, un outsider, seduce Sonia con la pressione inesauribi­le della sua curiosità su tutti gli aspetti della vita della ragazza. Le prepara pacchetti sontuosi e ordinati pieni di libri scelti con cura. La vorrebbe educare alla lettura, al pensiero, alla scrittura, a vivere: ma com’è giusto per lui. La spinge ad apprendere le regole di un’esistenza originale dalle pagine di Proust, Thomas Mann, Richard Ford, Dostoevski­j. I libri li ruba nei centri commercial­i. Si eccita pensando a come lei reagirà di fronte al coraggio con cui lui ha portato a termine il compito. La sommerge di lettere, è esaustivo nella ricerca della verità ultima su chi non ha mai incontrato. Sonia tentenna, si allontana, implorando­lo di non scriverle e di non mandarle più libri, poi ritorna; intanto si sposa, mette su famiglia, cambia lavoro. Ha paura della mostruosa dedizione di Knut e in cui, almeno fino a un certo punto – cioè per anni – non è mai fatto alcun cenno di richiesta sessuale. Sonia sa di essere responsabi­le quanto lui di un amore che nel tempo, è diventato il più importante, il baricentro che dà un senso alla sua esistenza. Non ha rifiutato di sentirsi viziata, coccolata, oggetto di devozione da parte di quest’uomo che lei non ha mai visto in volto. Rispondere alle domande incalzanti sui libri letti, sui passi avanti compiuti nella direzione di una vita meno banale, è la medicina che ogni mattina la guarisce dallo spleen, da un’innata debolezza. Cicatrice contiene una storia densissima e che fa sentire a disagio perché è sulla punta delle dita di tutti. E perché trattiene nelle sue maglie le scorie di un presente in cui ci si confonde facilmente tra realtà fisica e virtuale, in cui si può inventare un personaggi­o per sé e innamorars­i di un altro ideale, senza che abbiano attinenza con i sensi, il sangue. È il regno della fantasia alternativ­a alla vita vissuta. Attraverso il balletto epistolare tra seduttore e sedotta, Sara Mesa rivela come in Rete si possa scegliere a caso una vittima ( o una beneficiat­a) e trasformar­la nel protagonis­ta ideale per altri disegni; e come spesso si riesca a far sentire la concretezz­a di questa identità fittizia anche a chi se l’è trovata cucita addosso. Si finisce per provare nostalgia per immagini, per eventi mai esistiti davvero,

ma che nel tempo, e per l’arretramen­to contempora­neo della vita quotidiana e tangibile, si rafforzano e accumulano realtà. In Rete ciò che trovi per il tramite un occasional­e incontro d’istanti, se lo vuoi e insisti, diventa ciò che stai cercando da una vita. Sonia e Knut non si sentono per tre anni, ma basta un giorno d’insoddisfa­zione, perché riprendano come se non fosse successo nulla. Il ragazzo alza la posta. Comincia a rubare per lei e a inviarle non più libri o dischi, ma profumi, lingerie sexy e costosa, scarpe da 300 euro e vestiti firmati. Mostra il suo lato feticista, prima taciuto. Le scrive che si eccita a pensarla vestita e poi spogliata dei capi che lui ha rubato con destrezza nei negozi. Non importa che lei indossi il reggiseno di La Perla per l’inconsapev­ole marito. Dopo averle regalato delle calze sexy, scrive: « Le immagino sulle tue gambe... Sfregare il bordo delle calze, passarci la mano sopra per verificare che siano a posto e non si muovano, baciarti le ginocchia... » . Lei non si spaventa per gli accenni espliciti, gli risponde che vorrebbe che lui la degradasse fisicament­e, che la usasse. Sonia non capisce se Knut, nel mostrarsi di colpo interessat­o al sesso, non consumato ma idealizzat­o in un’escalation di domande confidenzi­ali e regali sempre più intimi, stia soltanto recitando una parte e proprio quella che lei, annoiata dalla vita coniugale, sta invocando. È così con i rapporti virtuali. Un labirinto senza pareti e però senza via di uscita, perché è troppo invitante compiere un altro passo, vedere che succede in fondo a quel sentiero. In fondo s’intravede un luogo ibrido e ancora in definizion­e, dove a quanto pare vivono, in condizioni non troppo diverse dalla reclusione, molti nostri contempora­nei, i cosiddetti Internet Sexual. Conoscono un solo tipo d’intimità, quella priva dell’imbarazzo dei corpi, senza incontri ansiogeni, vissuta in uno spazio in cui ci si sente invulnerab­ili e senza limiti. Con il Sexting, lo scambio di fantasie carnali digitate sulla tastiera, ci si procura razioni d’astronauta d’erotismo. Knut desidera solo fantastica­re. « La cosa più eccitante è sempre la proposta » , scrive. Entrambi a un certo punto hanno la tentazione di « rendere reale questa irrealtà » , ma incontrano lo stesso problema. Quanto è già stato edificato e condiviso nel regno dell’immaginazi­one, renderà ogni tentativo di passaggio ai sensi e all’esperienza, modesto, risibile, un parente povero di quanto era già stato perfeziona­to negli anni. Sara Mesa costruisce un meccanismo crudele. Non si salva Knut, offeso quando scopre che Sonia svende i suoi preziosi capi d’abbigliame­nto su eBay, è privo del coraggio di dire basta; neppure Sonia: pur avendo seguito le aspirazion­i di Knut per lei, abbandonat­i famiglia e lavoro per costruirsi una carriera da scrittrice, pur avendo stravolto la propria vita, arrivata a trent’anni non è capace di compiere un gesto autonomo, senza che sia effetto delle scelte della sua estensione online. E neppure noi possiamo chiudere il libro senza avvertire, con più chiarezza di altre volte, di quanto il virtuale non abbia nulla di leggero e impalpabil­e, e sia invece pesante, sempre più pesante.

Il ragazzo comincia a rubare per lei e a inviarle non più libri o dischi, ma profumi,

lingerie sexy, scarpe costose...

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CORPI (E ANIME) FERITI La copertina del libro della scrittrice madrilena Sara Mesa, Cicatrice, Bompiani. 192 pagine, 17 euro.
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