Le liste degli altri
Conosciuto come il più intellettuale degli stilisti italiani, Antonio Marras ( 1961) produce una moda personale, fatta di materiali semplici e autentici ( « ho avuto la fortuna di nascere in Sardegna, crocevia di grandi culture, e io quel passato lo traduco in abiti » ) . Fin da bambino familiarizza con stoffe e tessuti nella bottega del padre. Alle sfilate approda nel 1987 e, nel marzo 1989, si impone a Milano con la sua linea di prêt- à- porter. Brocanteur di pizzi, ricami e ricuciture, si caratterizza per uno stile dove arte, musica e poesia si contaminano ( « preferisco la stravaganza che può sconfinare nel brutto, piuttosto che il bello noioso » ) . Ancora oggi mantiene il suo quartier generale ad Alghero, convinto che la sua tradizione geografica si riconosca dalla « voglia di andare restando » , espressione che riassume il concetto di chi nasce in un’isola, l’appartenenza a una terra che sai limitata e che ti porta a viaggiare. Recentemente una mostra antologica alla Triennale di Milano ha raccolto centinaia di disegni, schizzi e frammenti della sua carriera.
Di base ascolto musica, sempre. La metto appena mi alzo e cerco brani introvabili sul computer prima di coricarmi. Ascolto musica quando lavoro, corro, ricevo amici e persino quando sfoglio libri e giornali. Per un viaggio preparo l’iPod prima della valigia. E canto, canto sempre. Quando sono nervoso, quando sono triste o anche buon umore (raramente). Canto sottovoce o a squarciagola. Anticipo le frasi quasi a suggerire il testo. Non ricordo l’anno, ma so a memoria i testi di tutte le canzoni italiane dei miei interpreti preferiti. Anche il silenzio mi piace e a certa musica preferisco il rumore del mare. La scelta dei dieci brani è stata dura. Le canzoni e i cantanti preferiti sono come i figli: si amano senza preferenze. Ho scelto allora per affezione, per sentimento e per struggimento: Laura Betti, che canta insieme a De Sica un brano dall’Opera di tre soldi. Imperdibile e magnetica.