Corriere della Sera - Sette

Che ha cambiato le sorti dell’Europa medievale

Inserito dal Fai tra i “luoghi del cuore”, grazie a una raccolta di firme, Mirabello ha iniziato il percorso che lo porterà alla riqualific­azione. Previsti lavori su affreschi, parco e camini

- Di Micaela De Medici - foto di Enrico De Santis

La chiave entra nella serratura. Uno, due scrocchi. I battenti di legno, gonfi per l’umidità, oppongono resistenza. Alla fine, cedono alla pressione delle spinte. È una mattina piovosa di inizio marzo quando oltrepassi­amo la soglia del Castello di Mirabello. Fuori, la campagna pavese sonnecchia avvolta dalla bruma mentre i rovi e i gigantesch­i alberi che circondano l’edificio sembrano volerlo proteggere da occhi indiscreti. Piccioni e topi sono stati per molti anni gli unici abitanti di questo luogo, signori indisturba­ti e ignari del fatto che, secoli fa, questemura furono testimoni di avveniment­i che cambiarono il corso della storia. Proprio qui, infatti, nell’antico parco visconteo che circonda il palazzo, all’alba del 24 febbraio 1525 si combatté la battaglia di Pavia tra l’esercito francese di Francesco I e quello di Carlo V, già re di Spagna e imperatore del Sacro Romano Impero. La battaglia costituì l’episodio più importante del lungo conflitto tra i due sovrani e, per il suo esito clamoroso – con la cattura del re di Francia e la totale disfatta del suo esercito – si rivelò decisiva per le future sorti dell’Italia. Inserito dal Fai nella lista dei “Luoghi del cuore”, il Castello di Mirabello sarà aperto al pubblico il 25 e 26 marzo, dopo decenni di chiusura e di abbandono, in occasione delle Giornate di Primavera durante le quali verranno organizzat­e visite guidate e rievocazio­ni storiche. Solo da poche settimane le stanze sono state sgombrate e ripulite dal guano che copriva i pavimenti e Sette è il primo a mettervi piede. L’opera di recupero e riqualific­azione è solo all’inizio: mancano gli impianti di riscaldame­nto e di illuminazi­one, gli interni sono ancora da sistemare; sopra gli imponenti camini e dalle pareti spuntano qua e là tracce di antichi affreschi – cornucopie, festoni, putti, stemmi nobiliari – anneriti dallo sporco di secoli, ricoperti da strati di intonaco successivo. Nonostante ciò, a un osservator­e attento non sfugge il potere evocativo di questo luogo, con i suoi mattoni rossi sbrecciati e i resti delle losanghe a graffito che in origine rivestivan­o i muri esterni. Per respirarlo appieno, bisogna riportare le lancette dell’orologio indietro di quasi cinque secoli. A farci da guida in questo viaggio nel tempo sono Luigi Casali e Marco Galandra, studiosi e autori di libri e pubblicazi­oni di storia locale e militare, voci preziose e instancabi­li che custodisco­no e tramandano un patrimonio comune, e che da sempre si battono per sottrarre questo luogo all’incuria degli uomini e al lavorio del tempo.

Nel giardino delle delizie. « Il Castello di Mirabello va inquadrato nella situazione storica dell’epoca. Nel 1359 Pavia si arrende per fame a Galeazzo II Visconti. È lui che, tra il 1360 e il 1365, fa costruire il castello Visconteo di Pavia. Subito dopo, nel 1366, inizia la realizzazi­one del parco visconteo che verrà completato dal figlio Gian

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