Viaggio nell’iperspazio delle parole
Eroi romantici e gelidi detective. Tex Willer e Silvio Berlusconi. I Balenieri di Melville e i marinai di Conrad. La letteratura si incontra
Roberto Barbolini mette insieme grandi opere e cultura pop
Svariati secoli di meditazioni filosofiche sul comico » , scrive Roberto Barbolini nel suo Angeli con la faccia sporca ( Galaad 2016, pp. 300, 15 euro), « non sono bastati a segnare i confini d’un campo che spazia da Rabelais ai Monty Python, da Karl Kraus a Carletto Manzoni, da Pirandello alle barzellette sui carabinieri » . Allo stessomodo, non èmai stato facile ( come sa chiunque si sia accomodato, una volta o l’altra, sul lettino da fumeria d’oppio dell’esperienza estetica) nemmeno segnare i confini tra cultura alta e cultura pop, tra il bello e il brutto, tra l’opera immortale e il trash, tra Il falcone maltese e Delitto e castigo, tra Carlo Emilio Gadda e Giovannino Guareschi. Non perché sia bello quel che piace, come ci si difendeva una volta. Ma al contrario perché, come scrive ancora Barbolini, « è bello quel che è bello » , e la bellezza ha le sue regole. Una su tutte: deve piacere. Anche se i confini tra alto e basso, che natural- mente esistono davvero, fossero facilmente tracciabili, l’autore dei saggi raccolti in Angeli con la faccia sporca non li rispetterebbe ( come del resto non li rispetta nessuno, nemmeno i critici più contegnosi, perché il principio di piacere, com’è noto, non si lascia frenare dai pregiudizi, e non c’è benpensante che, quando nessuno guarda, non dia una sbirciata al giornaletto porno, o al fumetto di supereroi). Cultore dell’inferno delle biblioteche, del noir e della poesia erotica, dei pirati imperituri dell’Isola del tesoro come dei loro parenti poveri, i Tigrotti di Mompracem, Barbolini inscena una grande fantasmagoria critica alla quale sono tutti invitati: gli eroi romantici ( e un po’ sciropposi) di Raymond Chandler, i detective gelidi di Dashiell Hammett e i poliziotti del grande Chester Himes, di vedetta nella Harlem surrealista ( tra Fantomas e gli orologi liquefatti di Salvador Dalí) dei favolosi sixties. Alla festa di Barbolini il Conte Dracula incrocia il seduttore di Søren Kierkegaard, Giovanni Arpino scrive apocrifi chandleriani in anticipo su Triste, solitario y final di Osvaldo Soriano e Jules Verne, con La giornata d’un giornalista americano nel 2889, viaggia nel tempo incontro all’età di Silvio Berlusconi e dei media caimani mentre Tex Willer scambia occhiate d’intesa con i marinai di Conrad e con i balenieri metafisici di Herman Melville. Tutti danzano con tutti e tutti brindano alla salute di tutti. Prima che un critico e uno scrittore, Barbolini è dunque un lettore accanito. Da Thomas Mann a Rex Stout, da Ian Fleming a Rimbaud e Montale, non c’è opera letteraria ( saggio, romanzo o poesia poco importa) che non si sia gustato fino in fondo. Angeli con la faccia sporca, un titolo che richiama « un gangster movie diretto da Michael Curtiz nel ’ 38 con Bogart e Cagney » , è un viaggio nel particolare iperspazio dell’Infinito intrattenimento, come lo chiamava Maurice Blanchot. È una dimensione misteriosa, ma niente paura: non si può smarrire la strada perché ogni libro, lungo sentieri noti e ignoti insieme, porta a ogni altro libro; e ritorno.