Complotto
Fra le “verità alternative” che circolano c’è n’è una (incredibile) sulla cura dei tumori. Altro che “patto del silenzio”
Di recente ho avuto modo di parlare con un giovane di 24 anni, peraltro brillante, che mi ha “inchiodato” alle mie responsabilità, chiedendomi un serio impegno per fare chiarezza su un evidente complotto delle case farmaceutiche. « È ovvio » , mi ha spiegato, con tristezza ma senza rassegnazione, « che la cura del cancro esiste da un pezzo, ma è altrettanto ovvio che se si venisse a sapere crollerebbe un impero di interessi » . Non è un’invenzione, mi è accaduto davvero, e allora ho deciso di prendere sul serio la sollecitazione del mio interlocutore perché suppongo che non sia solo nelle sue convinzioni. L’elenco delle rendite di posizione di questa ipotetica congiura del silenzio è, in effetti, ( non) presto fatta. Per cominciare, a trarne vantaggio sarebbe proprio chi produce medicine, che può così continuare a venderci ancora per chissà quanto tempo una serie di preparati poco efficaci, che invece scomparirebbero con l’avvento del rimedio “vero”. Poi ci sono i medici: che fine farebbero gli oncologi e molti chirurghi? E vogliamo parlare degli ospedali? Interi re- parti e istituti prestigiosi scomparsi all’istante. Non scordiamoci i farmacisti: con tutti i guadagni che incamerano grazie alle cure sui tumori, sia con i medicinali stessi sia con rimedi per i loro effetti collaterali. E via dicendo, passando da infermieri, fisioterapisti, riabilitatori, per finire con le imprese di pompe funebri. In effetti, sembrano argomenti schiaccianti. Peccato che forse non tutto quadra. Partiamo da un esempio concreto: fino a qualche anno fa non esisteva un farmaco contro l’epatite C. Già, però in questo caso un’industria farmaceutica ne ha trovato uno e l’ha commercializzato. Il risultato? Guadagni di miliardi di dollari nel giro di pochi mesi. Provate a pensare che effetto avrebbe la stessa cosa nel caso dei tumori: non miliardi, ma fantastiliardi nelle casse del “traditore” dell’ipotetico “patto del silenzio”. Vogliamo credere che ci sia un amministratore delegato di un’industria talmente pazzo da tenere nel cassetto un ritrovato del genere solo per far piacere a un misterioso gruppo di “consociati nel complotto”? Oppure che sia disposto a rimanere inerte per una generosa attenzione al destino di medici, infermieri, farmacisti e così via? Con il rischio magari di vedere che alla scoperta del “proiettile magico” intanto arrivi qualcun altro? Un po’ difficile da credere. Già, però rimane la filiera di tutti i soggetti danneggiati ( dagli oncologi fino alle pompe funebri), che si attiverebbero per prevenire la marea distruttiva destinata a travolgerli. Ed è probabile che questo sia effettivamente un ostacolo invalicabile. Del resto è andata così già in passato con la “resistenza” dei direttori dei sanatori nei confronti della cura per la tubercolosi, che, come noto, è stata bloccata per proteggere i loro affari e l’occupazione del personale specializzato nell’assistenza dei colpiti dal “mal sottile”. Oppure come nel caso della strenua, e vittoriosa, opposizione dei pianisti da sala all’avvento del sonoro nel cinema. Senza dimenticare lo stop che la lobby delle macchine da scrivere è riuscita a imporre all’avvento dei computer. Scusate, forse non ho capito bene: qualcuno ha detto che non è andata così? Strano: volete dire che la Tbc è stata davvero curata? Che nei cinema si sentono i dialoghi e le musiche? E che questo articolo è stato scritto con un software? Mi devo essere perso qualcosa.