La giornata internazionale delle giornate internazionali
Dal Tiramisù Day al giorno degli aeroplanini di carta, passando per la giornata della limonata. Solo nel mese di maggio ci sono oltre 80 ricorrenze (non tutte ufficiali). Tutte necessarie?
L’Onu ha un elenco che comprende 129 giornate, 10 settimane e una manciata di decadi; ma anche il Consiglio d’Europa, l’Ue e tutte le altre istituzioni so
vranazionali ne hanno create alcune. Il procedimento che porta alla loro istituzione è di natura diplomatica: nel caso dell’Onu, sono gli ambasciatori degli Stati membri a proporle. Thibault Devanlay, che oggi rappresenta l’Ue in India ma ha lavorato all’Onu per oltre 10 anni, ha raccontato alla radio americana Npr che molto difficilmente una proposta viene scartata. «Una volta che una richiesta è sul tavolo, nessuno dice di no», ha spiegato: se il tema non è controverso, prevalgono le ragioni di buon vicinato. E così, per non scontentare nessuno Stato membro, il calendario si riempie. «Sensibilizzare su certi temi è una cosa meravigliosa», commenta Devanlay, «ma più giornate internazio-
nali ci sono, meno funzionano». Gli appuntamenti creati nelle sedi ufficiali, comunque, non sono che una minoranza. Tutti gli altri, anche se si fregiano dell’aggettivo “internazionale”, sono invenzioni di associazioni, comuni cittadini o aziende desiderose di attenzione da parte dei media. In altre parole, spesso non sono altro che trovate commer
ciali, un po’ come il Deck Safety Month: a promuoverlo è l’associazione americana delle aziende che costruiscono e riparano le verande. Non certo una coincidenza. Per non parlare del fatto che a volte, anche quando nascono con obiettivi non commerciali, queste giornate finiscono col diventare pubblicità più o meno occulte. Lo sa bene la blogger americana Sara Rosso, che nel 2007 ha inventato il Nutella Day. L’idea era azzeccata, il problema è che non è passata inosservata a lungo: nel 2013 Ferrero ha intimato a Rosso di rinunciare all’uso del nome della crema spalmabile. Per l’azienda era «una procedura di routine», ma in difesa della blogger erano insorti i suoi seguaci. Per fortuna, c’è il lieto fine: Ferrero e Rosso hanno trovato un accordo. L’azienda si è detta «fortunata ad avere fan così devoti e leali come Sara» e il Nutella Day esiste ancora. Accanto al nome della crema di nocciola, però, oggi c’è il simbolo del marchio registrato. E così per ogni foto postata su Instagram con l’hashtag #NutellaDay, Ferrero può festeggiare una cucchiaiata di visibilità in più (gratis).
VORREI CHIUDERE CON UN CENNO
speranzoso, ma non verranno tempi migliori. Ormai bastano un sito internet, un hashtag ben congegnato e un ufficio stampa efficiente per dare vita a una nuova giornata internazionale. Semmai la difficoltà è trovare un tema che non sia già stato posizionato in una casella del calendario. All’appello non manca proprio nulla, neanche il nulla. Intendo letteralmente: nel 1972 il giornalista americano Harold Pullman Coffin ha inventato il Nothing Day, pensato per «dare agli americani un giorno in cui sedersi tranquilli senza onorare niente» (si festeggia il 16 gennaio). Una proposta, però, ce l’ho: la Giornata Internazionale delle Giornate Internazionali. Una specie di Ognissanti delle ricorrenze laiche, per concentrare in 24 ore tutti gli omaggi che di norma distribuiamo in 365 giorni. La data? Sarebbe perfetta la prima domenica di gennaio, per iniziare l’anno a mente sgombra. Non so voi, ma io inizio già a segnarla in agenda.