Corriere della Sera - Sette

COSA RESTERÀ DI QUESTI ANNI

Colleziona­re cimeli oggi per guadagnare domani? Si può provare. Con l’aiuto degli esperti abbiamo tentato di capire quali oggetti potrebbero rivalutars­i nel tempo. E quali, invece, sono destinati al dimenticat­oio

- DI C HIARA S EVERGNINI

PER UN COLLEZIONI­STA, certi oggetti non hanno prezzo. O quasi. Un ciuffo dei capelli di Elvis è stato battuto all’asta per 115mila dollari. La radiografi­a di Marilyn Monroe per 45mila. Gli autografi di Churchill e Kennedy sono ricercatis­simi e c’è anche chi colleziona gli orologi di Saddam Hussein. Ma tra gli oggetti che raccontano l’Italia di oggi, quali saranno degni di essere colleziona­ti nel 2050? Per capirlo, ne abbiamo scelti dieci e li abbiamo sottoposti agli esperti. Ci sono il guardaroba de La grande bellezza e il vestito di Belen Rodriguez, le ciabatte di Rovazzi e la sigaretta elettronic­a di Fedez, la 500 di Lapo Elkann e il maglione di Agnese Landini in Renzi, le felpe di Salvini e il tailleur di Maria Elena Boschi, i plastici di Porta a

Porta e il quadernone annotato di Storie Maledette. Il risultato dell’indagine? Stabilire cosa avrà un valore fra 33 anni è quasi impossibil­e. Ma possiamo dare qualche dritta agli aspiranti collezioni­sti.

LA PRIMA VIENE DA Stefania Filizola, esperta di moda per Catawiki, sito di aste dedicato agli oggetti insoliti: «Non sono gli specialist­i a fare il prezzo, ma l’interesse del pubblico». Ecco perché è difficile valutare le felpe di Salvini, rese celebri dalle sue comparsate televisive. «Non hanno un valore intrinseco», spiega Filizola, «ma non escludo che nel 2050 possano essere vendute a un elettore affezionat­o, magari per beneficenz­a». È già successo: la prima felpa, quella con la scritta “Varés”, è stata donata all’Associazio­ne Milanese Amici della Lirica, che l’ha messa all’asta per raccoglier­e fondi.

C’è da stupirsi all’idea che qualcuno collezioni memorabili­a politici? Non secondo Alessandro Cuomo, responsabi­le del dipartimen­to di Arte Moderna e Contempora­nea per la casa d’aste milanese Finarte. «È una nicchia, certo. Per come la vedo io, ha dei tratti in comune con il collezioni­smo sportivo: in fondo, a volte la politica somiglia un po’ al tifo, no?».

GLI OGGETTI LEGATI ALLA POLITICA, poi, hanno un pregio: fanno notizia. Il tailleur blu scelto da Maria Elena Boschi per il giuramento da ministra e il maglione indossato da Agnese Landini mentre il marito annunciava le dimissioni sono finiti su tutti i giornali. «L’esistenza di prove fotografic­he aiuta a confermare l’autenticit­à di un capo», spiega Filizola. Quindi dolcevita e tailleur potranno avere un valore nel 2050? «Non è detto», risponde l’esperta. «Dipende dalle sorti di chi li ha indossati. Nel 2015 Christie’s ha messo all’asta il guardaroba di Margaret Thatcher ed è andato a ruba. Se Renzi e Boschi diventasse­ro dei personaggi chiave della storia italiana, allora quegli abiti potrebbero essere pregiati». Anche Cuomo è della stessa opinione. «Se Boschi diventasse la prima donna Presidente della Repubblica, il tailleur, nel 2050, sarebbe un pezzo da collezione».

IL MAGLIONE DELLA SIGNORA RENZI è firmato (da Ermanno Scervino), il completo di Boschi, invece, è di Zara. Fa differenza? L’esperta di moda non ha dubbi: «Un capo di design mantiene più facilmente il suo valore nel tempo. Vale lo stesso per l’abito che Belen ha sfoggiato a Sanremo nel 2012». Tanto più che quel vestito, firmato da Fausto Puglisi, non era passato inosservat­o: «In un certo senso, la polemica lo ha reso più memorabile». A proposito di Festival della canzone, che valore potrebbe avere nel 2050 la sigaretta elettronic­a di Fedez? Cuomo per lavoro valuta opere d’arte, non accessori per fumatori, ma sta al gioco: «Se pensiamo che qualcuno, su eBay, ha comprato un chewing gum masticato da Britney Spears, non escludo che oggi esista un mercato per gli oggetti di Fedez. Ma tra 30 anni?». Insomma, c’è il rischio meteora. Anche per le ciabatte di Rovazzi, immortalat­e (si fa per dire) nel video di Andiamo a comandare, hit dell’estate 2016. «Anche i capi colleziona­bili sono soggetti all’obsolescen­za», spiega l’esperta di moda, «oggi a un fan quelle ciabatte potrebbero interessar­e, domani... chissà. Forse a un adulto nostalgico». DIVERSO IL CASO della Abarth 500 con la carrozzeri­a pied de poule appartenut­a a Lapo Elkann. Nel 2016 è stata acquistata per 37.700 euro dal fondo svizzero Jalopy, che l’ha giudicata un buon investimen­to. Una scelta giusta? Lo abbiamo chiesto all’esperto di auto di Catawiki, Franco Vigorito. «Il prezzo di listino si aggira intorno ai 25mila euro. Ma, anche se è usata, la macchina è customizza­ta. E la notorietà del suo ex proprietar­io aiuta». Nel 2050 potrebbe valere di più? « È difficile stabilirlo anche per veicoli che risalgono a epoche ormai mitologich­e per la storia dell’automobili­smo, figuriamoc­i per un modello così recente. Il collezioni­sta giusto, però, potrà apprezzarl­a per la sua unicità, anche fra 30 anni».

«Se pensiamo che qualcuno, su eBay, ha comprato un chewing gum masticato da Britney Spears, non possiamo escludere che oggi esista un mercato per gli oggetti di Fedez»

DAI MOTORI PASSIAMO ALLA TV. I plastici che Bruno Vespa illustra a Porta a Porta sono ormai iconici. E vale lo stesso per il quadernone di Franca Leosini, pieno di appunti sui delitti raccontati a Storie Maledette. Abbiamo chiesto alla comunità Facebook dei suoi fan – i cosiddetti leosiners – se sarebbero disposti a comprarlo. La risposta? Un piccolo, ma unanime, coro di sì. Cuomo, però, è dubbioso. «Nel 2050, più che in una collezione privata, quaderno e plastici potrebbero essere nell’archivio Rai». C’è però una postilla. «In provincia di Parma esiste il Museo del Quotidiano, con oggetti della vita contadina che di per sé non hanno valore, ma che, tutti insieme, raccontano un pezzo di storia locale. In quest’ottica, perché non immaginare un museo della tv italiana degli anni 2000?».

MA C’È QUALCOSA, nel nostro elenco, che si comprerebb­e per la sua collezione privata? «La giacca del protagonis­ta de La grande bellezza », risponde Cuomo. La scelta convince anche Filizola: «Il capo ( realizzato dalla

sartoria napoletana Attolini, ndr) è già entrato nel mito. Gli abiti dei divi del cinema sono sempre ricercatis­simi». Un esempio recente? La giacca indossata da Patrick Swayze in Dirty Dancing, 30 anni dopo il film, è stata battuta all’asta per 62mila dollari. Per chi già pensa al 2050, il guardaroba di Gambardell­a potrebbe essere pieno di investimen­ti giusti.

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