DIVERTIMENTI PASSEGGERI
(e altri che resistono più a lungo)
Giochi che durano un’estate (e altri che resistono più a lungo)
In principio furono il frisbee, gli scoubidou, le palline clic clac, il cubo di Rubik. Nel 2017 è la volta dei fidget spinner. Come nascono e tramontano questi fenomeni. Che talvolta diventano oggetti da collezione
«MAMMA, NEL WEEKEND posso comprare un fidget spinner?». «Cosa?». Mi guarda allibito Michael, 12 anni: «Come fai a non conoscerlo!? È una specie di trottola che gira sul dito». «Ok, però fai tutti i compiti». Chiudo così la conversazione avvenuta tre giovedì fa. Il giorno dopo, rientrata dal lavoro Nicholas, 9 anni, mi accoglie facendo ruotare sul dito un pezzo di plastica verde. Sorride e dice: «Era l’ultimo in edicola. Sono esauriti!». Butto un occhio a Michael, deluso: compiti fatti e niente spinner. «Non preoccuparti, lo cerchiamo su internet, domani sarà qui». Guardiamo ovunque, ma nessuna consegna prioritaria: la sua “trottolina da dito” arriverà solo quattro giorni dopo. Archiviata la tragedia familiare, faccio un po’ di ricerche. Su Amazon alla voce “spinner” ci sono 24.193 risultati. Oggetti di tutte le forme e velocità, con o senza luci, abbinati a scatole su misura per riporli come piccole reliquie. Disponibili nelle versioni a due, tre, quattro, cinque o sei punte. Oppure in versione tonda. Con prezzi che superano anche i 100 euro. Ma cos’è? Continuo a cercare informazioni. Progettato all’inizio degli Anni 90 da Catherine Hettinger, una mamma ingegnere americana, per la figlia che soffriva di miastenia gravis, una malattia neuromuscolare, è
stato brevettato nel 1997 e subito caduto nel dimenticatoio. Fino al 2005 quando, alla scadenza del brevetto, alcune aziende hanno iniziato a produrlo in diverse forme e colori. Poi il boom di questa primavera. A questo punto mi ricordo di una mail ricevuta proprio quel pomeriggio, la cerco sul cellulare. L’oggetto è: “Tutti pazzi per … il fidget spinner!”. Poi: “Nell’ultimo mese le parole “spinner” e “fidget spinner” sono state cercate oltre 130mila volte e le vendite sono aumentate di quasi il 3.000%”. Mittente, eBay.it.
VOGLIO SAPERNE DI PIÙ e contatto Irina Pavlova, responsabile della comunicazione eBay in Italia. «Il fenomeno ha preso consistenza a inizio marzo, a maggio la curva di crescita ha raggiunto il picco. È adesso che i bambini inseguono il gioco dell’estate». Quello di cui si perdono le tracce al rientro dalle vacanze. Come se non fosse mai esistito. «Nella maggior parte dei casi è proprio così, anche se talvolta capita che questi trend, dopo aver colpito il mercato popolare, si trasformino in oggetti da collezione. Pensiamo allo
yo-yo o al cubo di Rubik di cui abbiamo ancora oggi rispettivamente oltre 7.500 e più di 3.500 inserzioni sul nostro sito. Con uno yo-yo da collezione messo
in vendita a più di 1.000 dollari. Poi ci sono il diablo, la molla magica e, i più recenti rollinz, i personaggi di Star Wars che un anno fa hanno fatto impazzire le mamme italiane che facevano la spesa all’Esselunga. Ancora oggi ne vendiamo in media 6 al giorno».
MA NON È SOLO UN FENOMENO RECENTE. Come dimenticare quelle manine appiccicose che negli Anni 90 i ragazzini trovavano nei sacchetti delle patatine San Carlo e poi lanciavano sui muri di casa con grande “gioia” della mamma (le macchie sul soffitto non si toglievano in alcun modo e una volta sporche le manine erano inutilizzabili!). O i tamagotchi, creati 20 anni fa, per sostituire i bambolotti: quante bambine abbiamo visto prendersi cura di piccoli pulcini virtuali! E prima ancora, c’erano state le palline clic
clac: un’estate intera a farle roteare con i polsi dei meno abili trasformati in una sorta di mappa geografica, tra un livido e l’altro. Stesso destino per chi a fine Anni 70 in spiaggia si dilettava con il going, senza fare troppa attenzione alle dita. «Antesignani sono stati il
frisbee e lo scoubidou: ricordo che nei primi Anni 60 ho trascorso parte dell’estate in un camping dedicato proprio a questi fili colorati che intrecciavamo con maestria» spiega Enrico Menduni, sociologo, docente a Roma Tre di Culture e Formati della televisione e della Radio, Storia e Critica delle Fotografia e Media digitali. «Certo oggi la diffusione è ancor più facilitata dai social. Ma ogni epoca ha avuto i suoi social: rotocalchi, televisione, quotidiani, club, scuole… a socializzazione è sempre esistita e ha contribuito a far circolare i trend. Da questo punto di vista credo che sia più pericoloso dire a un figlio: “Lascia perdere, pensa a studiare!” perché quando si confronta nel gruppo dei pari dove tutti hanno l’oggetto richiesto rischia di sentirsi tagliato fuori». È dello stesso avviso anche Massimo Turrini, psicologo esperto di psicopatologia dell’apprendimento: «In questo momento lo spinner è un gioco che si deve avere. Poi a settembre-ottobre non sarà più così, ora è fondamentale per sentirsi
parte del gruppo». Ma è un altro il motivo per cui ho chiesto il parere di Turrini: queste trottole sono proposte come antistress e consigliate per i ragazzi affetti da deficit di attenzione e iperattività: cosa ne pensa? «A mio avviso non può essere utilizzato come un trattamento. È invece, ma questo vale per tutti i giochi che riescono a cogliere l’attenzione per un periodo di tempo determinato, un aiuto temporaneo, anche se fine a se stesso». Su questo aspetto interviene anche il sociologo: «La componente antistress riguarda la manipolazione delle mani. Basta pensare al
misbaha, il rosario musulmano che di solito gli uomini tengono tra le mani sgranando i chicchi anche solo per scaricare la tensione». Un comportamento quindi che non coinvolge solo i ragazzini. Come i fidget spinner, diffusi ormai anche tra gli adulti. Spiega Menduni: «Capita sempre più spesso che siano i genitori a imitare i figli. Cosa una volta impensabile. Ormai nessuno si vergogna più ad imparare dai più giovani». Gli fa eco Vicky Gitto, Presidente ADCI - Art Directors Club Italiano: «Gli adulti cercano un elusorio senso di libertà per evadere dalla realtà, anche solo per qualche minuto. Le logiche del gaming sono uguali per tutti, non dipendono dall’età. In questo l’utilizzo dei social ha solo allargato e velocizzato il fenomeno: le tendenze, che nella maggior parte dei casi hanno origine in Paesi anglosassoni – Regno Unito e Stati Uniti, su tutti -, coinvolgono tutte le persone iperconnesse, facendo fare loro un salto indietro nel tempo e dando la possibilità di riscoprire la voglia di giocare».
P.S.: A TESTIMONIANZA DELLA VELOCITÀ con cui alcuni giochi appaiono e scompaiono, gli spinner di Michael e Nicholas, giacciono abbandonati sulle rispettive scrivanie ormai da qualche giorno. Per loro l’autunno è quasi alle porte.