Corriere della Sera - Sette

IMMIGRAZIO­NE (SECONDA PUNTATA)

- di Chiara Mariani e Anna Maria Speroni

Backstage di una copertina

Due McKinsey, un paio di pranzi e almeno quattro redattori. Come una ricerca di due affermati consulenti è diventata un dialogo giornalist­icoteatral­e sull’immigrazio­ne

PRIMO TESTA, NELLA PANCIA. VE LI RICORDATE? Sono i protagonis­ti del Dialogo sull’immigrazio­ne – storia di copertina di della settimana scorsa. La firma era un po’ strana: D.A.P.A, diversi autori provvisori­amente anonimi. Perché a quel testo, in effetti, hanno lavorato parecchie persone. Cominciamo dai primi: dietro ai due passeggeri che su un treno di pendolari discutono di stranieri, lavoro e integrazio­ne si nascondono due seriosissi­mi ricercator­i, Stefano Proverbio e Roberto Lancellott­i. Per anni hanno lavorato nella società di consulenza McKinsey, ora sono in proprio. E in proprio hanno voluto occuparsi di immigrazio­ne. Per dimostrare che serve, anzi, che non possiamo farne a meno. L’idea del dialogo era già loro, perché come un dialogo lo studio è nato» racconta Proverbio: Con Rolando Polli, padre di McKinsey Italia, con cui abbiamo chiacchier­ato a lungo su questi temi». I personaggi nel testo originale però erano tre: Simplicio, Sagredo e Salviati, come nel Dialogo sui massimi sistemi del

mondo di Galileo Galilei. Un filo troppo per noi. Dati gli spazi del giornale (più ridotti, ovviamente: lo studio è lungo un centinaio di pagine) in redazione i personaggi sono diventati due; abbiamo stilato liste di coppie possibili (da Tom e Jerry a Tizio e Caio, a Bubba e Forrest Gump), e infine, tra un bicchiere di vino e un sorbetto, abbiamo deciso per Testa e Pancia. Immaginand­oli su un treno, raccontand­o il loro viaggio come fosse uno spettacolo teatrale. Gli autori hanno approvato: in fondo anche nel loro dialogo Salviati era la testa e Simplicio la pancia. E loro come si sentono? Testa o pancia? Testa al 100 per cento» risponde Proverbio. Alla fine mi sono “testizzato”» dice Lancellott­i. Ma nelle obiezioni di tutte le pance c’è del vero: l’integrazio­ne non è una passeggiat­a. La solidariet­à del cuore, purtroppo, non basta».

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