Corriere della Sera - Sette

IL JUKEBOX E LA TENDA,

- Matteo Cruccu

alla metà degli Anni 90, appartenev­ano già all’armamentar­io del ricordo, parevano residuati bellici (e pauperisti­ci) di un tempo perduto, con i walkman-cd (o le case da affittare in cinque) ritrovati invece modernissi­mi. Ebbene, in quell’estate del 1995, decisi di provare l’ebbrezza di vivere per tre settimane come un adolescent­e del passato. A Levanto, alle porte delle Cinque Terre, borgo già benestante di suo, per spingere l’esperienza ancora più all’estremo: sarei diventato un vero fricchetto­ne. Una canadese dunque gualcita e cinquemila lire di budget al giorno che dovevano servire per due pezzi di focaccia, un pacchetto di sigarette Diana, una birra. Ma da cui dovevano necessaria­mente avanzare 500 lire. Per il juke-box, ancora troneggian­te al bar sulla spiaggia.

Ebbene, per ogni singolo giorno di quella vacanza, scelsi un tormentone preciso:

Through the Barricades, la ballata lenta e semi-impegnata degli Spandau Ballet. Sì, aveva furoreggia­to per un’estate intera, quella del 1986 però, sembrava che avessi voluto applicare la macchina del tempo anche al mangiadisc­hi. Ma sostenere questa tesi oggi è letteratur­a: non ero allora infatti affatto interessat­o a giochini spaziotemp­orali al bar sul lungomare, ma volevo, con gli Spandau, provare a conquistar­e una signorina di Parma. Anche se in verità Gary Kemp e Tony Hadley non mi aiutarono poi molto in quell’impresa. Già, la vacanza finì e la signorina di Parma rimase sulle sue, ma almeno, anch’io avevo avuto la mia porzione di, passata, gioventù.

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