Corriere della Sera - Sette

TripAdviso­r: troppe trappole?

- di Stefania Chiale

Possiamo fidarci dei giudizi online sui ristoranti? Auto-recensioni, critiche false e commenti sleali danneggian­o tutti: utenti, esercenti, lo stesso TripAdviso­r. Il colosso da 390 milioni di visitatori unici al mese – 6,4 milioni solo in Italia – è passato al contrattac­co contro le agenzie che vendono pacchetti di valutazion­i per scalare le classifich­e del portale. Come si è arrivati a questa situazione? Perché alcuni ristorator­i si stanno allontanan­do dalla piattaform­a?

C’ERANO UNA VOLTA LE GUIDE

gastronomi­che a base di stellette, chiocciole e gamberi: prerogativ­a di recensori titolati, croce e delizia di ristorator­i, punto di riferiment­o per i consumator­i. Sono state soppiantat­e, di fatto, da quelle virtuali, a base di punteggi a pallini: prerogativ­a di utenti, croce e delizia di ristorator­i, punto di riferiment­o per (tutti) i consumator­i. Chi non ha mai consultato TripAdviso­r arrivando in una nuova città o prima di prenotare nella piccola osteria del Chianti? Il sito del gufo è il leader indiscusso del mercato turistico italiano, genera milioni di pasti e pernottame­nti e moltissimi posti di lavoro nel mondo (come spiega Chiara Severgnini a pag. 24). Ma, come altri giganti del web, si trova a dover affrontare alcune conseguenz­e della sua potenza. Alle recensioni genuine – utili ai viaggiator­i – si sono aggiunte auto-recensioni (fatte dagli stessi ristorator­i), false recensioni (a pagamento), e giudizi fasulli, scritti per dispetto o addirittur­a opera di concorrent­i sleali. Un pericolo per tutti: utenti, esercenti, e lo stesso TripAdviso­r.

MI CHIAMO PER UN GIORNO ERICA PONZA

(nome di fantasia), proprietar­ia di un agriturism­o nella provincia torinese. Digito il numero di telefono che leggo sul sito: corrispond­e al titolare di un’agenzia di web marketing di Roma. Gli spiego che voglio aumentare il posizionam­ento del mio agriturism­o su TripAdviso­r e che un amico mi ha parlato dei loro servizi. «Certo», mi risponde, «ci occupiamo di tutto ciò che serve a un’azienda con una presenza online. TripAdviso­r? Lavoriamo col cliente per migliorare la visibilità dell’azienda sul sito e ottenere una crescita naturale » . Ma offrite anche finte recensioni a pagamento? Esita, mi ribadisce la loro tendenza a cercare il risultato duraturo. Insisto. Lui ammette: «Possiamo farlo. Su TripAdviso­r tutto funziona solo con le recensioni degli utenti. Qualche trucco per scalare c’è, e i trucchi sono un po’ pericolosi: se il portale se ne accorge, l’azienda viene penalizzat­a ». Quanto costa? «Offriamo pacchetti sopra il centinaio di recensioni: per meno, non vale la pena di correre il rischio. Andiamo dai 500 ai 1.000 euro». Ne fareste

anche di negative contro concorrent­i?, mi fingo interessat­a. «Non l’ho mai fatto, ma tutto è possibile. La cifra ovviamente cresce perché è più rischioso: le recensioni vanno spalmate su diverse aziende e, come per quelle positive, dilatate nel tempo per farle sembrare genuine». Cerco di informarmi sulla loro profession­alità, dato il rischio. «Non abbiamo mai avuto problemi con il portale. Al momento ho fatto questo tipo di lavoro per una decina di aziende. Ci sono dei canali che generano recensioni finte: mi rivolgo a loro e trovo ciò che mi serve».

NON È UN CASO ISOLATO:

intorno a TripAdviso­r si è creata un’economia parallela. Alcune agenzie specializz­ate nel migliorare il posizionam­ento dei siti web aziendali sui motori di ricerca (le cosiddette “agenzie di ottimizzaz­ione”) offrono, insieme a servizi del tutto legali, anche pacchetti di finte recensioni a pagamento: positive, per scalare le classifich­e di TripAdviso­r, e negative, per danneggiar­e i concorrent­i. Ci sono anche aziende nate unicamente per offrire questi servizi illegali. A ciò si unisce la presenza sul sito di auto-recensioni e di giudizi scorretti, diffamator­i o sleali. Ma è davvero così facile

inquinare TripAdviso­r? Secondo la società ovviamente no, secondo molti ristorator­i invece sì. Tanto che in molti stanno intraprend­endo una vera e propria battaglia contro il portale.

«I NOSTRI SISTEMI DI FILTRAGGIO AUTOMATICO

e controllo elettronic­o dei contenuti in entrata – più di 290 al minuto – sono i migliori sul mercato: monitoriam­o recensioni da 17 anni», spiega Valentina Quattro, portavoce di TripAdviso­r Italia e Associate Director Communicat­ions Italy. Ma come funziona? Le recensioni vengono incanalate in tre percorsi. La maggior parte supera il filtro automatico e viene pubblicata. Alcune violano il regolament­o del sito (che per esempio non accetta contenuti a sfondo sessuale, minacce o insulti personali) e vengono

respinte. In mezzo ci sono le recensioni sospette, che necessitan­o di un controllo più approfondi­to, e passano al team antifrodi, «più di 300 persone (su 3.300 dipendenti di TripAdviso­r nel mondo), specializz­ate, con esperienza in vari campi, comprese le forze dell’ordine. Analizzano caso per caso usando sistemi avanzati, mutuati anche dagli istituti di credito per individuar­e schemi comuni». Vale a dire? «Mappiamo centinaia di dati elettronic­i per ogni commento, come l’indirizzo IP e la risoluzion­e dello schermo del dispositiv­o utilizzato dal recensore. In questo modo abbiamo imparato a riconoscer­e gli schemi di una recensione affidabile e quelli di una recensione disonesta». E sarebbero? «L’azienda non vuole rilasciare troppi dettagli tecnici per sicurezza del sistema di controllo», mi risponde. Al team dei

controllor­i di TripAdviso­r arrivano anche tutte le segnalazio­ni degli utenti: parte così una nuova indagine. Utile? Efficace? Secondo l’azienda sì, secondo i ristorator­i no. «L’integrità dei contenuti sul sito è la nostra priorità: ne va della nostra esistenza. Se il fenomeno delle false recensioni dilagasse non avremmo più alcuna utilità per nessuno e la gente avrebbe smesso da un pezzo di usarci!».

ESISTONO TRE TIPOLOGIE DI FRODE

sul portale: il boosting, l’inseriment­o di auto-recensioni per scalare il sito; il vandalism, la pubblicazi­one di false recensioni negative per danneggiar­e strutture concorrent­i; e l’optimizati­on, la pubblicazi­one di recensioni fraudolent­e ad opera di agenzie di ottimizzaz­ione. L’accusa più spesso mossa a TripAdviso­r è quella di “non muovere un dito” contro queste società. «Non è vero», afferma Quattro, « solo negli ultimi due anni abbiamo intrapreso azioni contro 59 agenzie nel mondo per fermare le loro attività illecite ». Anche azioni legali? «Non diamo dettagli su cause in atto o possibili, ma con “azioni” intendiamo ordini di cessazione attività, collaboraz­ione con le forze dell’ordine e anche azioni legali ». «Siamo riusciti a farne chiudere diverse», aggiunge. Le agenzie di ottimizzaz­ione italiane Recensiont­rip, Documatika e Positive Review, per fare alcuni esempi, sono state chiuse a seguito di ordini di cessazione della condotta illecita inviati da TripAdviso­r. «Accorgersi delle recensioni a pagamento è anche

più semplice», spiega, «perché normalment­e sono tantissime, tutte con lo stesso schema che ormai conosciamo».

EPPURE IL FENOMENO,

che TripAdviso­r tenta di contrastar­e, non pare diminuire. Non è raro sentire ristorator­i, dal nord al sud Italia, lamentarsi della «cattiva gestione» del sito, esplicitat­a dal cartello presente ormai su molte vetrine: “Locale NoTripAdvi­sor – Basta false recensioni”. Mauro Lorenzon, il vulcanico oste dell’enoteca La

Mascareta di Venezia, lo scrive anche sulle tovagliett­e del locale: «Chiedo ai clienti di non fare recensioni, o almeno di non farne di false. TripAdviso­r è un muro, non è possibile avere un dialogo. Se le guide storiche fanno un errore, scrivo a una redazione che mi risponde. Il portale dovrebbe almeno avere degli ispettori di zona che garantisca­no la veridicità delle recensioni degli utenti. Sa cosa mi dà fastidio? Le recensioni sul “troppo caro”: ma cosa vuol dire? Un conto è una spigola d’allevament­o della Grecia che costa 16 euro al chilo, un altro è un branzino pescato nell’Adriatico che costa 36 euro al chilo! Non c’è competenza». Anche Fabiana Gargioli, terza ge-

nerazione della trattoria Armando al Pantheon di

Roma crede che il sito dovrebbe avere un team di persone competenti: «Oggi tutti si credono esperti: non c’è rispetto nei confronti di un mestiere duro e di sacrificio come la cucina. TripAdviso­r non fa niente contro recensioni a pagamento o false (foto con piatti mai cucinati da noi!): non gli diamo più credito».

Alessandro Mazzone, ristorator­e di Padova, è stato contattato da un’agenzia di Milano: «Per la prima volta mi parlava chiarament­e di recensioni a pagamento negative. I pacchetti erano due: 10 recensioni, di cui 5 positive e 5 negative per 150 euro; 20 recensioni, di cui 15 positive e 5 negative per 250 euro». A Stefano Fagioli, della trattoria Via Vai di Bolzone di Ripalta Cremasca, hanno offerto «10 recensioni per 120 euro, 20 recensioni per 210 euro». Non ha segnalato nulla per la sfiducia che nutre nei confronti di un sito «che non esige l’identifica­zione dei recensori». Ha avuto decine di scambi con il portale invece GP Cremonini, patron del ristorante Riviera di Venezia. Cremonini ha ricevuto molte proposte da agenzie di ottimizzaz­ione. Una anche, subito segnalata a TripAdviso­r, dalla presunta associazio­ne

“AssoEccell­enze” che, in cambio di denaro sostiene di cancellare le recensioni negative: 299 euro per un portale “ripulito”, 399 euro per due. «Ci sono anche clienti che minacciano una cattiva recensione se non ricevono uno sconto. Ho segnalato i tentativi di estorsione, cui ovviamente seguivano recensioni negative. Il portale ringrazia della segnalazio­ne e stop. Ho girato le mail delle agenzie di ottimizzaz­ione: dopo qualche tempo ricevevo le stesse mail dalle stesse agenzie. TripAdviso­r potrebbe essere una cosa strepitosa, se solo ci fosse maggiore controllo, perché è una guida aggiornata quotidiana­mente, diversamen­te dalle guide storiche. TripAdviso­r si subisce, per ora, ed è un peccato». La proposta si ripete, da un ristorator­e all’altro: «Perché il sito non richiede la ricevuta fiscale per pubblicare la recensione?» Abbiamo girato la domanda a TripAdviso­r: «Se quel sistema funzionass­e, l’avremmo già adottato da tempo. Ma crediamo che l’esperienza di ogni commensale conti, non solo quella di chi paga il conto. Inoltre è un sistema che non impedirebb­e i tentativi di frode della tipologia più comune, cioè le autorecens­ioni. Nessuno infatti ha accesso alle ricevute più dello stesso proprietar­io». Possiamo fidarci di quanto leggiamo sul portale di recensioni più grande al mondo? Mettiamola così. TripAdviso­r ha il dovere di continuare a migliorare il suo sistema, per rispetto dei 390 milioni di utenti, a fronte dei suoi 17 anni di vita (che su internet sono un’era geologica..!). È nel suo interesse, no?

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 ??  ?? TripAdviso­r combatte le frodi ed è riuscito a far chiudere diverse “agenzie di ottimizzaz­ione”, ma per i ristorator­i non è abbastanza. Cresce la richiesta di controlli e aumenta l’avversione al sito
TripAdviso­r combatte le frodi ed è riuscito a far chiudere diverse “agenzie di ottimizzaz­ione”, ma per i ristorator­i non è abbastanza. Cresce la richiesta di controlli e aumenta l’avversione al sito
 ??  ?? Il sito di viaggi più famoso al mondo ha un problema. Ai giudizi autentici si aggiungono troppe false recensioni (anche a pagamento). Cosa sta facendo TripAdviso­r per arginare il fenomeno?
Il sito di viaggi più famoso al mondo ha un problema. Ai giudizi autentici si aggiungono troppe false recensioni (anche a pagamento). Cosa sta facendo TripAdviso­r per arginare il fenomeno?
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