«I lavori pubblici oggi sono soggetti a un sistema di burocrazia devastante che disorienta. Ed è difficile uscirne indenni»
Lei nel 2011 votò Pisapia sindaco.
«Ci mancherebbe altro».
Aveva appena collaborato con la Giunta azzurra di Letizia Moratti.
«Come civil servant. Io ho sempre votato a sinistra».
Davvero?
«Ho votato Pci, Pds e Ds. Quando ero all’Università ho dato una preferenza ai repubblicani e poi ai radicali».
Da ex radicale è antiproibizionista?
«Tendenzialmente sì».
È favorevole alla legalizzazione delle droghe leggere?
«L’alcolismo mi sembra una piaga più grave del farsi una canna ogni tanto».
Da uomo di sinistra come è finito a fare il direttore generale della Giunta Moratti, sostenuta da Lega e Forza Italia?
«Venivo da 19 anni alla Pirelli. Ero stato direttore generale della Telecom e all’epoca ero assistente di Marco Tronchetti Provera. L’idea di propormi a Moratti venne a Bruno Ermolli che lavorava con Berlusconi. La convocazione mi arrivò mentre stavo in mezzo all’Atlantico».
L’Oceano?
«Sì, a metà strada tra le Canarie e i Caraibi. Stavo facendo una regata. Un mese dopo ero a Palazzo Marino». Saliamo sulla cosiddetta “parigina”, un trenino per minatori rumorosissimo che si muove su un binario provvisorio e riporta in superficie chi lavora con la talpa. Fa caldo e si suda. Gli spazi sono piuttosto stretti. Sala: «Qui è grande quanto la palestra dove mi alleno».
Gli obiettivi sportivi del sindaco?
«Vorrei continuare a giocare a calcio con i colleghi almeno fino al prossimo anno».
Ha mai fatto un lavoro manuale?
«Mio padre era un piccolo imprenditore brianzolo dell’arredamento: mi ha insegnato a saldare e mi ha trasmesso l’etica del lavoro. A diciott’anni ho
cominciato a gravitare su Milano per studiare alla Bocconi».
Anche Chiara Appendino, sindaca 5 Stelle di Torino, ha studiato alla Bocconi.
«Con lei ho un ottimo rapporto. La stimo».
L’incidente di piazza San Carlo, con i 1.400 feriti dopo la finale di Champions, era parabile?
«Non si può prevenire tutto. Ma i divieti sulle bottiglie andavano applicati. Mi chiedo se gli uffici del Comune abbiano messo il sindaco nelle condizioni di non sbagliare».
Virginia Raggi dopo un anno di sindacatura si è data un bel 7,5. Lei?
«Io mi do un po’ meno». Scherza? Elenco un po’ di polemiche relative all’amministrazione Raggi: le funivie, i limiti di velocità in una strada a scorrimento veloce piazzati per sopperire all’incapacità di tappare le buche, la chiusura estiva delle fontanelle pubbliche… Sala sorride. Poi si fa magnanimo: «Roma non è facile da gestire».
Non faccia la difesa d’ufficio della collega romana.
«È chiaro che nel momento in cui ti candidi devi essere consapevole delle difficoltà a cui andrai incontro. Ma io ho 59 anni e con tutta l’esperienza che ho sulle spalle, avrei paura ad affrontare la macchina amministrativa della Capitale».