Per rimettere tutto a posto servirebbero 1.440 miliardi in 8 anni
settori principali di opere pubbliche. Quanti soldi ci vogliono per rimetterle al passo con i tempi? Strade e ferrovie sono di gran lunga la voce più costosa: 1.101 miliardi di dollari da qui al 2025. Poi le linee elettriche: 177 miliardi; acquedotti e smaltimento rifiuti: 105 miliardi; gli aeroporti (solo piste e sistemi radar): 42 miliardi; porti e canali interni: 15 miliardi di dollari. Totale: 1.440 miliardi di dollari per i prossimi otto anni. A questo punto è venuto il momento di affacciarsi alla Casa Bianca. Nei primi mesi di presidenza Trump ha più volte promesso investimenti per mille miliardi di dollari in dieci anni. Un annuncio che ha galvanizzato politici e lobbisti di Washington. Tanto per dare un’idea: il 6 aprile scorso, il Paese era turbato dall’attacco chimico di Bashar al Assad. Se ne discuteva anche al Congresso, naturalmente. In una saletta laterale di Capitol Hill,
però, all’ora di pranzo, il leader della minoranza dei democratici al Senato, Chuck Shumer e la collega Kirsten Gillibrand brindavano a spritz e vino bianco insieme con i costruttori arrivati dallo Stato di New York. Tutti pronti a “collaborare con il presidente” per rastrellare più fondi federali possibile. Ma il 23 maggio la Casa Bianca presenta la bozza di bilancio ufficiale. Sorpresa: i mille miliardi sono diventati solo 200, sempre in dieci anni. Che cosa è successo? Trump si è impegnato a realizzare due manovre contrastanti: tagliare le tasse e aumentare la spesa pubblica. Alla fine ha scelto di ridimensionare il piano infrastrutture: il contribuenteelettore si accorge subito della riduzione delle imposte, mentre occorre qualche anno prima che possa godersi una nuova autostrada. La reazione dei parlamentari, democratici e repubblicani, è furibonda. Adesso si aspetta che il governo porti in Congresso un disegno di legge, con i meccanismi concreti di finanziamento. Secondo il consigliere economico di Trump, l’ex banchiere di Goldman Sachs Gary Cohn, i 200 miliardi di dollari serviranno da leva per attivare capitali privati, risorse degli Stati e delle singole città. Alcuni territori sono più avanti. Il Governatore di New York, Andrew Cuomo, ha già stanziato 54 miliardi di dollari per un piano che prevede, tra l’altro, la sistemazione degli aeroporti LaGuardia e John Fitzgerald Kennedy. La costruzione del Gateway Tunnel tra New York e il New Jersey proseguirà anche senza i fondi di Washington. Ma senza uno scossone, la schiena dell’America non si raddrizzerà.