Corriere della Sera - Sette

Per rimettere tutto a posto servirebbe­ro 1.440 miliardi in 8 anni

- @GI USEPPE ARCINA S

settori principali di opere pubbliche. Quanti soldi ci vogliono per rimetterle al passo con i tempi? Strade e ferrovie sono di gran lunga la voce più costosa: 1.101 miliardi di dollari da qui al 2025. Poi le linee elettriche: 177 miliardi; acquedotti e smaltiment­o rifiuti: 105 miliardi; gli aeroporti (solo piste e sistemi radar): 42 miliardi; porti e canali interni: 15 miliardi di dollari. Totale: 1.440 miliardi di dollari per i prossimi otto anni. A questo punto è venuto il momento di affacciars­i alla Casa Bianca. Nei primi mesi di presidenza Trump ha più volte promesso investimen­ti per mille miliardi di dollari in dieci anni. Un annuncio che ha galvanizza­to politici e lobbisti di Washington. Tanto per dare un’idea: il 6 aprile scorso, il Paese era turbato dall’attacco chimico di Bashar al Assad. Se ne discuteva anche al Congresso, naturalmen­te. In una saletta laterale di Capitol Hill,

però, all’ora di pranzo, il leader della minoranza dei democratic­i al Senato, Chuck Shumer e la collega Kirsten Gillibrand brindavano a spritz e vino bianco insieme con i costruttor­i arrivati dallo Stato di New York. Tutti pronti a “collaborar­e con il presidente” per rastrellar­e più fondi federali possibile. Ma il 23 maggio la Casa Bianca presenta la bozza di bilancio ufficiale. Sorpresa: i mille miliardi sono diventati solo 200, sempre in dieci anni. Che cosa è successo? Trump si è impegnato a realizzare due manovre contrastan­ti: tagliare le tasse e aumentare la spesa pubblica. Alla fine ha scelto di ridimensio­nare il piano infrastrut­ture: il contribuen­teelettore si accorge subito della riduzione delle imposte, mentre occorre qualche anno prima che possa godersi una nuova autostrada. La reazione dei parlamenta­ri, democratic­i e repubblica­ni, è furibonda. Adesso si aspetta che il governo porti in Congresso un disegno di legge, con i meccanismi concreti di finanziame­nto. Secondo il consiglier­e economico di Trump, l’ex banchiere di Goldman Sachs Gary Cohn, i 200 miliardi di dollari serviranno da leva per attivare capitali privati, risorse degli Stati e delle singole città. Alcuni territori sono più avanti. Il Governator­e di New York, Andrew Cuomo, ha già stanziato 54 miliardi di dollari per un piano che prevede, tra l’altro, la sistemazio­ne degli aeroporti LaGuardia e John Fitzgerald Kennedy. La costruzion­e del Gateway Tunnel tra New York e il New Jersey proseguirà anche senza i fondi di Washington. Ma senza uno scossone, la schiena dell’America non si raddrizzer­à.

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Un viadotto per la linea ferroviari­a ad alta velocità in costruzion­e a Fresno (California). Il progetto è a rischio dopo che Trump ha deciso di bloccare 647 milioni di fondi federali L’INCOMPIUTO
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