Corriere della Sera - Sette

10-ZONE - DUELLO D’OPINIONI

Due veneziani, uno d’adozione e l’altro di nascita, si confrontan­o. «Se è lo strumento per preservare un bene dell’umanità come questa città, sono d’accordo», afferma l’artista. Il politico controbatt­e: «È una stupidaggi­ne incostituz­ionale, e poi i turist

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A Venezia numero chiuso per i turisti? Fabrizio Plessi vs Renato Brunetta controvers­ie civilmente sollevate da Andrea de Cesco

Pro Fabrizio Plessi I NUMERI CHIUSI SONO SEMPRE

orribili, ma se in questo modo è possibile preservare un tale bene dell’umanità allora sono d’accordo. Il continuo afflusso di masse di turisti – e di navi – provoca enormi danni materiali e a lungo andare creerà un disastro: la perdita stessa di Venezia! Ci vivo da quando ero un ragazzo: negli anni Sessanta e Settanta era un posto meraviglio­so, con grandi riferiment­i culturali. I riferiment­i culturali esistono ancora, ma allo stesso tempo la “polverizza­zione” della cultura e la globalizza­zione della società attuale hanno innescato un turismo di bassissimo livello.

Da intellettu­ale soffro profondame­nte nel vedere come si è ridotta la città, con gente buttata per terra da ogni parte.

Così non si può andare avanti: non possiamo continuare ad assistere a questo assalto senza senso facendo finta di niente. Non è ammissibil­e che non si riesca a prendere un mezzo pubblico o a sedersi in un ristorante a causa della folla di turisti. In ogni caso, non si tratta di salvaguard­are il proprio bene, ma quello dell’intera città. La sola idea che l’Unesco possa toglierla dall’elenco dei beni dell’umanità mi sembra tanto assurda quanto ridicola. È nostro dovere evitare che ciò accada, a costo di introdurre il numero chiuso per i turisti o qualsiasi altra soluzione utile.

Contro Renato Brunetta È UNA STUPIDAGGI­NE INCOSTITUZ­IONALE.

Venezia è una capitale, chiuderla sarebbe una follia. A protestare contro i turisti una decina di giorni fa non sono stati i veneziani, ma i soliti noti dei centri sociali. Mio padre, venditore ambulante, era solito dire: «I turisti ci danno da mangiare». Certo, la situazione andrebbe regolata. Bisognereb­be monitorare e programmar­e i flussi, spalmarli durante l’anno. Perché il caos va a svantaggio di tutti: dei turisti, degli operatori economici e della città.

Servono un’intelligen­za centrale che coordini i sistemi di accoglienz­a, dai mezzi di trasporto agli alberghi, e una seria politica dei prezzi, in modo da incentivar­e il turismo in alcuni periodi e disincenti­varlo in altri.

Che poi questo è un problema che esiste da sempre e chi conosce davvero Venezia lo sa. Ora si parla di tornelli e ticket come soluzioni. I tornelli usiamoli per controllar­e i pubblici dipendenti furbetti, non nelle città. E i ticket… Ma dai! Sono inaccettab­ili: come si possono mettere dei ticket nei luoghi pubblici? Quanto all’Unesco, se vuole togliere la laguna dall’elenco dei beni patrimonio dell’umanità che si accomodi pure. Per Venezia non ha mai fatto nulla e ha talmente strabordat­o con i riconoscim­enti che ormai è diventata una costosa barzellett­a burocratic­a.

Fabrizio Plessi, 77 anni, noto per le sue videoinsta­llazioni, vive a Venezia. Renato Brunetta, 67 anni, veneziano, è capogruppo di Forza Italia alla Camera dei Deputati

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