DOPPIO BINARIO - INTERVISTA IN MOVIMENTO
Scendendo nel cantiere della M4, il sindaco di Milano dice: «Sarà l’ultima metropolitana della città». Poi parla della volontà di costruire moschee («Professare la propria fede è un diritto») ma anche di Renzi («Fa fatica a farsi voler bene») e della coll
Beppe Sala: «Virginia Raggi si è data 7,5? Io mi do un po’ meno. E avrei paura di gestire Roma» di Vittorio Zincone
SCENDIAMO TRE RAMPE DI SCALE
Ogni tanto è costretto a urlare per superare il frastuono dei ventilatori e delle trivelle: «Vorreeei che la prima traattaaa… venisse terminaaata… entro il due miii laventuu no ».
e ci troviamo di fronte a un tunnel lunghissimo, fresco di scavo. Siamo nel sottosuolo operoso di Milano. Il sindaco Giuseppe Sala, 59 anni, stringe mani callose, si fa spiegare dagli ingegneri il funzionamento di alcuni macchinari e di fronte alle prove cromatiche della segnaletica emette una sentenza: «Tra il fondo azzurro e quello blu, preferisco decisamente il blu». Doppio Binario nel cantiere di M4, la metro che collegherà l’aeroporto di Linate con la zona Ovest della città. La pettorina catarifrangente stona con la camicia limpida e croccante, gli scarponcini di sicurezza arricciano un po’ i pantaloni del vestito scuro, ma Sala si muove con una certa agilità tra carriole, pozzanghere e binari provvisori. Parla svelto con cadenza lombarda.
Camminiamo al centro di una galleria grigio calcinaccio. Gli riferisco un commento che ha fatto la tassista che mi ha portato al cantiere: «Sala? Bravo, ma ogni tanto spunta qualche ossicino dall’anta dell’armadio». Aggiungo: «Il M5S, ogni volta che la sindaca Raggi viene criticata, sottolinea i guai di Sala con la Procura di Milano». Lui sospira: «Capisco la tassista, ma nessuno si è mai permesso
Le accuse riguardano il periodo in cui era Commissario per l’Expo: l’appalto della “Piastra dei Servizi”, le firme su atti falsi, gli acquisti di alberi… Certo. È una chiamata in correità?
di Milano a sede dell’Agenzia Europea del Farmaco, Sala spiega che la città farà il dovuto, ma la politica e il governo dovranno fare il resto.
Com’è il suo rapporto con il premier Paolo Gentiloni?
«Buono. Poche ore dopo l’uscita della notizia del mio rinvio a giudizio mi ha mandato un messaggio molto affettuoso». di ipotizzare che io abbia fatto qualcosa per il mio interesse personale». Lo scorso dicembre le indagini sugli appalti Expo hanno portato il sindaco a una breve autosospensione. Ora ipotizzano reati come falso e turbativa d’asta: «Se oggi lei mi domandasse che cosa farò in futuro, dovrei rispondere che dipende da come finirà questa vicenda. La mia filosofia è fatta di impegno massimo giornaliero e un po’ di fatalismo». «I lavori pubblici sono soggetti a un sistema di burocrazia devastante. È difficile uscirne indenni. Le posso fare un esempio?». «L’Avvocatura dello Stato e l’anti Corruzione hanno dato l’ok prima che chiudessimo i conti con il fornitore degli alberi». «No, però mi chiedo: qual è lo Stato? Quello che verifica la congruità di un acquisto o quello che mi rinvia a giudizio per quello stesso acquisto? È disorientante, no?». Sala (disorientato?) tira dritto verso il fondo buio di una galleria. Un operaio gli indica la retta via. Torna indietro. Sorride e si rivolge al codazzo che lo segue: con noi ci sono i responsabili del cantiere e delle imprese di costruzione. La butto lì: «Ha intenzione di dedicare una fermata della nuova linea o una strada a Bettino Craxi?». Risposta poco diplomatica e sbrigativa: «Non mi pare che ci sia il consenso e in questo momento ci sono altre priorità». Annuncia: «Questa sarà l’ultima metropolitana cittadina di Milano». Chiarisce: «Poi dovremo lavorare sulle tratte esterne, anche per limitare l’invasione quotidiana di automobili». Il sindaco srotola dati sulle prospettive del bike sharing e sulla costruzione di biciclette in Cina, come fossero uno scioglilingua. Dice: «Oggi tutti i milanesi si dicono favorevoli all’apertura dei Navigli. E sono felice perché è un progetto molto contemporaneo legato alla tradizione della città. Però vorrei informarli di più: i costi sono alti, la viabilità cambierà molto e i lavori saranno lunghi. Vorrei che i milanesi ne fossero consapevoli. Per questo ho proposto un referendum. Ma io ci credo». Sull’eventuale metro per Monza e sulla candidatura
«Nel centrosinistra non vedo questa grande volontà di stare insieme. Servirebbe discutere di più dei problemi del Paese»