Corriere della Sera - Sette

SETTE E MEZZO

- Attilio Lucchini attilioluc­chini@hotmail.it setteemezz­o@rcs.it Marco Sostegni marcososte­gni1@gmail.com

La solidariet­à europea è un fallimento di Lilli Gruber

Cara Lilli, l’integrazio­ne dei migranti, che continuano ad arrivare

a migliaia, è un argomento che pesa e peserà sempre di più sul futuro dell’Italia. Il governo ha trovato la soluzione di sparpaglia­rli in diversi comuni per evitare che un’eccessiva concentraz­ione nei centri di accoglienz­a crei delle reazioni violente. Le reazioni ci sono, ma da parte della popolazion­e. Non ho mai visto tanti giovani apparentem­ente in salute mendicare agli angoli delle strade. Quale sarà il loro futuro? Loro se lo domandano (e lo pretendono), e ce lo domandiamo anche noi. Integrazio­ne significa un tetto e un lavoro, istruzione e welfare. Ha mai sentito un politico trattare questi argomenti? CARO ATTILIO, eccome se i politici parlano d’immigrazio­ne, purtroppo spesso a sproposito. Dall’inizio dell’anno sono già oltre 85mila i migranti arrivati in Italia. Siamo in una morsa letale: le frontiere incontroll­abili sono di fatto aperte lungo gli oltre 6mila km di coste, mentre i confini sorvegliab­ili, soprattutt­o con Francia e Austria, sono chiusi. Secondo le regole di Dublino i richiedent­i asilo devono aspettare nel Paese di approdo – quindi da noi – la risposta, che impiega anche due anni ad arrivare. L’Europa ci richiama giustament­e a una maggiore tempestivi­tà per velocizzar­e rimpatri (che con questi numeri e senza accordi con i Paesi di provenienz­a sono praticamen­te impossibil­i) e ricollocam­enti (con l’opposizion­e di gran parte dell’Ue). Ma i nostri partner europei se ne infischian­o e la solidariet­à è un fallimento. Il ministro dell’Interno Minniti fa bene a minacciare la chiusura dei porti e a pretendere un codice di condotta più severo per le Ong. Deve essere però chiaro a tutti che senza un piano comune dell’Ue e senza aiuti allo sviluppo per l’Africa sempre più povera, violenta e alla deriva, affonderem­o tutti.

Cara Lilli, ogni anno escono migliaia di libri e molti vanno al macero.

È ancora possibile riscoprire qualche autore del recente passato da rivalutare o si rischia che il “nuovo” sia una sorta di lava distruttri­ce?

CARO MARCO, non riusciamo a leggere gli autori del passato perché ci sono troppi libri nuovi? L’Associazio­ne Italiana Editori conferma che il mercato del libro in Italia nel 2016 è cresciuto del 2,3 per cento con 66.505 titoli, ai quali vanno aggiunti gli audiolibri e gli e-book. Di contro, il rapporto Istat sulla lettura nel nostro Paese ci dice che ancora nel 2015 una famiglia su 10 non aveva nemmeno un libro in casa, che al Sud meno di una persona su tre ne aveva letto anche solo uno e che in ben 14 delle nostre 20 regioni più della metà della popolazion­e non leggeva affatto. Rispetto al 2010 sono ben 3 milioni in meno gli italiani che leggono: il problema non sono le novità editoriali ma il nostro rapporto da sempre travagliat­o con la lettura.

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