FANTA FESTIVAL CINEMATOGRAFICI
Partite di Subbuteo in riva al mare, premi consegnati al buio, giurie che si riuniscono sulle strisce pedonali. Ecco quello che succede tra una proiezione e l’altra
Quante sceneggiature nascono in spiaggia di Manuela Croci
E LUCE NON FU! Correva l’anno 1999 e nel corso della cerimonia di chiusura della 56esima Mostra
del Cinema di Venezia, proprio mentre la madrina Anna Galiena stava presentando la giuria, la sala è improvvisamente rimasta al buio. «Eravamo in diretta su RaiDue» ricorda oggi l’attrice che dalla sua Parigi torna a raccontare le emozioni di quella serata. «Ho girato lo sguardo verso le quinte, i tecnici erano basiti. Ho pensato: “Ehi, non ci vedono più, devo inventarmi qualcosa”. Così ho subito chiesto ai fotografi di far luce con gli accendini, poi ho continuato a parlare. Sapevo che nelle case gli spettatori non avrebbero visto quasi nulla dagli schermi della tv, ma non potevo certo stare lì in silenzio» Un lungo minuto di improvvisazione che le è valso un applauso a scena aperta. «Mi sono affidata alla mia esperienza teatrale: lì può capitarti davvero di tutto. Una volta, addirittura, nel corso di una prima si erano staccati dei pezzi di cornicione che sono caduti sul palco. Come niente fosse, sono andata verso le quinte, ho preso una scopa e sono tornata a ripulire tutto. E poi ho ripreso…». Anna Galiena descrive la scena con un misto di naturalezza e fresca ironia. E su quell’esperienza veneziana aggiunge: «Quella sera non dovevo nemmeno essere in Laguna. Era il primo anno di Alberto Barbera
come direttore della Mostra del Cinema, con lui tornò anche la bella abitudine delle foto in spiaggia con la madrina. Mi chiamarono per chiedermi di presenziare non solo all’inaugurazione, ma anche alla cerimonia di chiusura: io ero a Filicudi in vacanza, all’inizio non volevo proprio spostarmi». Ma alla fine cedette, difficile mancare: quella sera dell’11 settembre 1999 Martin Scorsese consegnava il Leone d’oro a Jerry Lewis.
MA ANDIAMO CON ORDINE.
I festival cinematografici in estate si moltiplicano. «Forse troppo», si fanno eco l’un l’altro alcuni degli intervistati. Proprio in questo weekend a Ischia si conclude uno degli appuntamenti più glamour, l’Ischia Global&Music Fest. Un crocevia di star internazionali che passano dall’isola: «Ci sono premi Oscar, registi, attori italiani e stranieri. La
location è stupenda e ti capita di fare il bagno con Paul Haggis e Terry Gilliam», assicura il responsabile di un ufficio stampa che frequenta il festival per motivi di lavoro. Che aggiunge: «Ricordo una sera di qualche anno fa: eravamo a cena in un posto incantevole e, a un certo punto,
Naomi Watts si è alzata con un gruppetto di amici per fare un bagno nottuno. Quando i fotografi si sono resi conto, non poteva più uscire dall’acqua: era nuda!
I vestiti, sulla spiaggia». «Sono intervenuto io», spiega Pascal Vicedomini, organizzatore del festival. «Mi è bastato un “Ragazzi, via!” con il sorriso e i fotografi si sono allontanati. Da allora io e Naomi siamo amici». Ed è proprio sull’amicizia e sui buoni rapporti che questo appuntamento continua a crescere. L’edizione in corso si è aperta con L’inganno, nuovo film di Sofia Coppola. «Proprio suo padre, Francis Ford Coppola, nel 2005, è venuto a sorpresa al festival: cercava l’attore britannico Joseph Finnes che era nostro ospite. Chi passa da Ischia, torna. Basta pensare a Helen Mirren che si sofferma in piscina con le signore ospiti dell’albergo a parlare della sua passione italiana: il Salento. Oppure Mira Sorvino che, dopo essere stata qui, ha scelto la vicina Capri per il suo matrimonio. E ancora, Antonio Banderas che a distanza di otto anni è tornato. La prima volta che venne mi disse: “Questa è un’isola contagiosa”». E il contagio non tocca solo gli attori. Continua Vicedomini: «Una sera eravamo sulla spiaggia, c’erano Bocelli e Sting che dovevano premiare Zucchero. Al momento di consegnare il premio,
hanno iniziato, un po’ per gioco, a cantare a cappella. L’orchestra li ha seguiti e così
abbiamo assistito a uno splendido concerto improvvisato con i piedi immersi nella sabbia
». Dal mare all’entroterra, sempre domenica 16 si conclude la seconda edizione di Amavì, Festival Interna
zionale del Cinema d’Animazione Poetico ospitato nel piccolo comune di Pergola (Pu). Diretto dall’illustratore Simone Massi, lo scorso anno tra gli ospiti c’era anche il regista serbo Emir Kusturica che, amante della campagna, ha voluto cenare a km zero in una cascina con le famiglie dei contadini e degli artigiani locali. Così, nei giorni successivi, ad animare le proiezioni, insieme al regista e agli attori presenti, sono saliti sul palco anche i minatori, i contadini e i partigiani per raccontare le loro vite. Un dialogo che continua anche in questa edizione della kermesse in cui è presente il regista russo Alekandr Sokurov.
MENO ABITUATO alle kermesse estive è Gabriele Salvatores, presente il 21 luglio al Giffoni Film Festival, stesso giorno in cui ci sarà Rocìo Muñoz Morales. Spiega il regista premio Oscar: «Il cinema vive un momento delicato, le persone sembrano essersi disaffezionate alla sala. Partire dai ragazzi, che sono il pubblico di domani, è importante. Manifestazioni come Giffoni,
Fuoricinema e la Festa del Cinema di Roma sotto l’attuale direzione di Antonio Monda stanno riavvicinando il cinema alle persone. Hitchcock diceva: “Per voi è solo un film, per noi è la vita intera”. È proprio così. Io vengo dal teatro, lì in base alle reazioni del pubblico puoi fare aggiustamenti; con un film questo non è possibile». Il suo ultimo lavoro, Il ragazzo invisibile 2 è nato proprio grazie ai ragazzi. «Sembrava impensabile creare un supereroe italiano in grado peraltro di portare al cinema famiglie intere. È stata una bella sfida. In entrambi i film abbiamo coinvolto gli studenti italiani. Nel primo è stato fatto un contest in Rete per le musiche: abbiamo cercato giovani musicisti a loro modo “invisibili” e tre canzoni sono entrate a far parte della colonna sonora del film. Per il sequel abbiamo fatto un concorso tra le scuole: ha vinto un istituto di Secondigliano. I ragazzi dovevano immaginare come si poteva sviluppare la storia. Abbiamo preso tanti spunti dai loro suggerimenti. La cosa che più mi ha colpito, oltre ai continui riferimenti al terrorismo, è la richiesta di avere una conferma sulla vera identità della mamma del ragazzo invisibile». Come se avessero bisogno di
rassicurazioni, anche in una sala cinematografica. NEGLI STESSI GIORNI, DOPPIO APPUNTAMENTO nelle isole: la IX edizione in Sicilia di Ortigia Film Fe
stival, presidente di giuria l’attore Andrea Sartoretti e la 27esima edizione del Festival del Cinema di Tavo
lara (OT). In terra sarda arriveranno Walter Veltroni in veste di regista, Isabella Ragonese, Pierfrancesco Favino, Geppi Cucciari ed Edoardo De Angelis, fresco vincitore di sei Nastri d’Argento con il suo Indivisibili, che sarà proiettato il 18 luglio. A lui questa estate tocca un tour de force, a fine luglio sarà anche a La Maddalena in occasione della XVI edizione de La valigia
dell’attore. «Quando presenti un film è inevitabile. La prima volta che mi presentai a un festival era il 2000: avevo realizzato un corto con alcuni amici. Vinsi, fu un grande incoraggiamento. Per chi è agli inizi queste manifestazioni sono grandi opportunità. Il festival a cui sono più legato è il Küstendorf International Film
and Music Festival, organizzato da Kusturica nel suo villaggio. Quando mi presentai lì per la prima volta mi disse: “Non smettere mai di fare prodotti che ti rappresentano”. Due anni dopo, è stato il produttore esecutivo del mio primo lungometraggio, Mozzarella Stories ». Dedicato in particolare a chi è agli inizi della carriera è il Bobbio Film Festival, giunto alla sua XXI edizione. «Possiamo dire che è nato per un’esigenza privata della famiglia Bellocchio», spiega sorridendo Piergiorgio Bellocchio, figlio del regista Marco, direttore artistico della manifestazione che a fine luglio anima il borgo piacentino. «Da sempre mio padre frequentava la cittadina, lì aveva trascorso la sua infanzia. Così quando è nata mia sorella, ha ripreso ad andarci per l’estate. Lei era piccola, lui si annoiava, Marco non è capace di stare fermo. Così ha pensato prima di avviare il Corso di specializzazione in regia cinematografica e il Seminario di critica. Poi, visto che voleva coinvolgere anche gli abitanti e le persone che andavano lì in vacanza, ha dato vita alla rassegna cinematografica». Negli anni sono passati grandi nome come Claudia Cardinale e tantissimi attori emergenti. Docenti di questa edizione saranno i Manetti Bros. Tutta da ridere sarà invece la settimana che Salerno dedica al Premio Charlot: un riconoscimento speciale andrà ad Alessandro Siani, che concluderà la kermesse il 29 luglio con lo spettacolo Alessandro Siani
& Friends. Nello stesso giorno, al porto marinaro di Catanzaro, partirà il Magna Graecia Film Festival, che
quest’anno avrà come protagonista Zahi Hawass, archeologo egiziano, già segretario generale del Supremo Consiglio di Antichità, che presenterà Il Loto e il
Papiro, opera teatrale ambientata nell’Antico Egitto. L’appuntamento clou del cinema d’autore è a Locarno. «A me piace definirlo il Festival dei Lumi», spiega il presidente Marco Solari che il 2 agosto inaugura la 70esima edizione della kermesse conosciuta in tutto il mondo anche per la sua enorme piazza rinascimentale che ospita fino a 8.000 spettatori. «Quando sei davanti a tutte quelle persone, prima di una proiezione o per una premiazione, ogni parola pesa una tonnellata. Ricordo una sera in cui Dario Fo che doveva premiare l’attrice spagnola Carmen Maura. Poco prima di salire sul palco, con la piazza piena che aspettava il suo omaggio, Fo sembrava tesissimo. Mi sono girato per parlargli, ma lui niente. Mi guardava serio, impassibile. Poi il presentatore l’ha chiamato, dalla piazza è arrivato un boato. Lui era lì, silenzioso. Dopo qualche istante ha iniziato ha parlare in modo incomprensibile, ha continuato per un po’. Poi si è fermato e ha detto: “Non avete capito, vero? Per forza, era spagnolo Medievale”. E così ha continuato con la piazza che davanti era come incantata». Così come incantati sono rima- sti anche i superbig di Hollywood Daniel Craig, Oliver Stone, Harrison Ford. «Erano venuti a presentare Cow
boys & Aliens: dopo la conferenza stampa dovevano scappare. I loro collaboratori continuavano a guardare l’orologio mettendo fretta; ma loro, presi dalla maestosità del luogo hanno detto: “Wow! What a place, what a screen, we remain!”».
DA UN POSTO AFFASCINANTE all’altro, con l’arrivo di settembre arriva l’appuntamento più importante, la
Mostra del Cinema di Venezia. Tanti gli aneddoti che negli anni sono circolati in Laguna. «E tanti anche gli screzi tra i giurati» ricorda Claudio Carabba, critico cinematografico. Alcuni anche molto noti, come quando nel 2003 il favoritissimo Buongiorno, notte di Marco Bellocchio fu battuto da Il ritorno del russo Andrej Petrovic Zvjagincev, preferito dalla giuria presieduta da Mario Monicelli. Altri meno. «Ricordo che una volta quando facevo parte della commissione che sceglieva i film», continua Carabba, «ho proposto di mettere in concorso un lavoro di Paolo Benvenuti sul brigante Domenico Tiburzi. Avevo quasi convinto tutti, poi durante la proiezione a Cinecittà Gillo Pontecorvo disse un secco “No, mannaggia a voi toscani…È troppo len-
to!”. Effettivamente per sbucciare una mela ci voleva mezz’ora». A far da corredo alle proiezioni, ci sono i capricci delle star: Sean Connery, scelto per il Leone d’Oro alla carriera, non venne al Lido. Chi a Venezia c’è stata è l’attrice Cristiana Capotondi. «Nel 2014 ero nella giuria Soundtrak Stars con le giornaliste Paola Jacobbi e Laura Delli Colli e il maestro Lele Marchitelli. Dovevamo fare la riunione per il verdetto, avevamo un’ora di tempo. Al ritorno dall’ultima proiezione, la nostra lancia s’è rotta in mezzo alla Laguna così abbiamo passato 45 minuti tra attesa e trasbordo sulla nuova lancia. Lì, nel buio, abbiamo cominciato a fare un primo bilancio, ma la decisione finale l’abbiamo presa in mezzo alla strada, sulle strisce pedonali davanti all’Excelsior». Ma quella di Venezia non è l’unica volta che Cristiana Capotondi ha vissuto dall’interno l’organizzazione di un festival. Lo scorso anno è stata una delle anime di Fuoricinema, che replica l’appuntamento a Milano, dal 14 al 17 settembre. Al gruppo dei direttori artistici, composto da Capotondi, Cristiana Mainardi, Lionello Cerri e Gino&Michele, si aggiunge per questa seconda edizione il premio Oscar Gabriele Salvatores. «Per me è un po’ come ricomporre una banda di amici degli Anni 80», scherza Salvatores. «Effettivamente è un sal-
to indietro nel tempo», spiega Michele. «Nel 1987, esattamente 30 anni fa, insieme al signor Gabriele siamo andati con un biglietto cumulativo fino a Napoli e poi ci siamo imbarcati per Stromboli. Lì, per 15 giorni abbiamo preparato uno spettacolo teatrale: c’erano anche Antonio Catania, Silvio Orlando, Gigio Alberti. Era un gruppo divertito e divertente. Ricordo che insieme ai libri di Shakespeare cui si ispirava la pièce, avevamo un Subbuteo e organizzavamo partite in riva al mare. Ci divertivamo come bestie e facevamo certe
litigate. Una volta, ho chiuso il tappeto e, come fanno i bambini, ho detto: “È mio. O accettate le mie regole, o lo metto via!”. Proprio questo spirito di idiozia costruttiva e divertente, l’abbiamo ritrovato in Marrakesh Ex
press. Così da allora, ogni volta che andiamo al cinema a vedere un film di Gabriele pensiamo: chissà cosa c’è di noi sullo schermo? Ora finalmente torniamo a ricomporre la squadra, dal 14 settembre ci ritroviamo a Milano per questa rassegna giovanissima. E, chissà, magari dopo cena organizzeremo qualche partita a Subbuteo o a calcetto».