B razzo, il rapper sordomuto che lotta perla lingua dei segni
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I l migliore della settimana: Stefano Galimberti, 25 anni HO INCONTRATO PER LA PRIMA VOLTA,
Francesco Brizio a Milano. Ha trent’anni e lavora come impiegato in una compagnia di assicurazioni, ma Brazzo – questo il suo nome d’arte – è anche il primo rapper sordo in Italia. Il suo singolo si chiama
Sono sordo, mica scemo e prova a sensibilizzare il pubblico su una categoria spesso dimenticata: i non udenti. L’obiettivo è arrivare al riconoscimento giuridico della Lis, la lingua dei segni. Brazzo si è esposto in prima persona nelle ultime settimane contro la chiusura dell’Istituto Statale per Sordi (Issr), che sta riunendo tutte le associazioni che si occupano dei diritti dei non udenti. Lo scorso giugno i dipendenti della sede di via Nomentana hanno organizzato una manifestazione davanti a Montecitorio: l’Istituto Statale per Sordi è sotto la supervisione del Miur (il ministero dell’Istruzione) ma nonostante questo potrebbe chiudere nel 2018.
LUCA BIANCHI, uno dei ventuno dipendenti che rischiano il licenziamento, ci ha spiegato la storia dell’Istituto. Nato nel 1786, dagli Anni 90 è passato sotto il controllo del Miur, ma aspetta ancora il regolamento attuativo che gli permetterebbe di programmare come spendere una parte del budget destinato al ministero dell’istruzione: «Questa situazione ha fatto comodo» continua Bianchi «perché di anno in anno gli stanziamenti di bilancio sono sempre stati impiegati dal Miur per altre attività. Ci hanno sempre usato come un bancomat». Di rinvio in rinvio sono passati più di vent’anni, ma con la riforma Madia, che ha cancellato i contratti Co.Co.Co nella pubblica amministrazione, «siamo arrivati al momento della verità». O i dipendenti, di cui otto sordi, verranno inseriti nella pianta organica del ministero oppure l’Issr chiuderà i battenti. A essere colpiti, i 300 studenti che seguono i corsi di Lis e tutti i non udenti che hanno nell’Istituto un punto di riferimento per i servizi alla persona.
IL PARLAMENTO ha bocciato la proposta dell’onorevole Matteo Mauri (Pd) di un finanziamento-ponte di 500 mila euro per il 2017 e di 750 mila per il 2018. Il Miur infatti ha promesso di risolvere la questione con una bozza di regolamento, ma per un finanziamento serve una cornice normativa che richiede almeno un anno di tempo. I dipendenti dovrebbero quindi tenere aperto l’istituto gratuitamente. Bocciate a Roma, le richieste dei dipendenti dell’Issr e dei non udenti come Brazzo corrono però sui social. Brazzo invita a firmare la proposta di legge popolare per il riconoscimento della Lis: «Continuerò a lottare con la mia arma: la musica, che non spara proiettili ma note».