Forza Milan, spendi e spandi
(finalmente un'estate felice!)
Un rossonero doc esulta in spiagge affollate e bar pieni di invidiosi. Un acquisto dopo l'altro. Tanti milioni per molti (presunti) campioni. Tanto non sono soldi suoi!
“Milanista chiacchierone / sogna sotto l’ombrellone..!”.
Nell’estate della rinascita rossonera ci sta anche di diventare il bersaglio di un coretto che sembra calzare a pennello ai cuginastri interisti. Quando al bancone di un bar della Riviera ligure me lo canticchiano, con tanto di battito di mani, il primo istinto, non a caso, è brutale. Poi ci penso. E, lentamente, prevale il Godimento Rossonero Estivo Senza Timore (GREST). Non riescono a non parlare di noi. Che ci volete fare.
SIAMO AL CENTRO DELL’ATTENZIONE, NOI DEL MILAN.
Un tempo perché vincevamo; oggi perché potremmo tornare a vincere. È già qualcosa. Possiamo dirlo? Il milanista è in estasi, in questa estate 2017, perché è invidiato. Chi non vorrebbe spendere 200 milioni così, come fossero bruscolini? Soprattutto se di quella montagna di soldi non c’è un euro che esca dalle tue
tasche. È il calciomercato, bellezza. Si torna bambini. Con i soldi degli altri. Goduria pura. Spendi e spandi, spandi e spendi. Ambo, terno, tombola e cinquina, per dirla con Rino Gaetano. Titolo: “Entusiasta dei fuochi d’artificio cinesi!”. Altro titolo: “Biglia in buca” ben sapendo che poi, il solito miscredente, sulla spiaggia, ti farà infantilmente notare che hai appena ceduto Paletta (per chi non distingue un pallone da un cocomero: Biglia e Paletta sono i cognomi di due calciatori argentini del Milan. Il primo è appena arrivato dalla Lazio, il secondo verrà ceduto dopo il mancato rinnovo del contratto).
DEL NUOVO PROPRIETARIO CINESE
del Milan fai effettivamente fatica a ricordarti il nome, invece. Chiamiamolo Zio Li. Be', ti appare come lo Zio d'America e lo Zio d'Asia (insieme). Quello che ti riempie di doni senza che tu lo chieda. E a quel punto tu, tifoso, esageri, ti fai prendere la mano. Dopo anni di calciatori presi – meglio, raccattati – a parametro zero, secondo il mantra “se
non esce nessuno, non entra nessuno”, ora vivi la campagna acquisti della nuova proprietà orientale come un'esperienza paranormale. Sogno e son desto? Sono desto, son desto: basta guardare la faccia di interisti e juventini per capirlo.
TI PRENDE ALLORA UNA STRANA ISTERIA,
una specie di bulimia pallonara. Ti aggiri tra i tavoli del solito bar con gli occhietti feroci, in cerca di una
Gazzetta e delle pagine sportive del Corriere. Devi rispondere al quesito: com’è che nelle ultime dodici ore non abbiamo comprato ancora nessuno? Cosa sta succedendo? Non riesci ad appassionarti neppure alle gesta amletiche di Antonio Cassano (che è passato pure dal Milan, oh yes). Fassone e Mirabelli – due dirigenti seri e competenti!, esclama il milanista fiducioso – ti appaiono d’improvviso come le sorelle Kardashian nelle vie dello shopping. E ti viene da dirgli: ehi voi due, comprate! Che aspettate? D’altronde lo diceva l’economista John Maynard Keynes, mica Adriano Galliani: «I mercati sono mossi da spiriti animaleschi, non dalla ragione». Anche i mercati estivi del calcio, evidentemente. C’è chi spende e chi spera, in modo altrettanto eccessivo. Oh tifoso d’ogni colore! Conservassi un minimo di lucidità, capiresti che con i soldi dell’affare Neymar – oltre 220 milioni, pare – si metterebbero a posto strade e ponti. Potremmo persino comprare un paio di aerei Canadair, che sarebbero utili, visto la situazione degli incendi in Italia, Francia, Spagna.
IL TIFOSO NON PAGA E NON VEDE; PREGA E CREDE.
Non si scandalizza per i soldini sborsati per far sedere in panchina il fratello di Gigio Donnarumma: Antonio, classe 1990, portiere pure lui, il nostro Pippa Middleton. Ti fai andare bene persino l’agente Mino Raiola, le sue braghette, i suoi congiuntivi scalcagnati e il suo giro di affari fiorenti. Sfidi il senso del ridicolo quando profetizzi al vicino di sedia a sdraio: «Champions nel giro di due anni!». Lo oltrepassi ampiamente – il senso del ridicolo, sempre lui – quando requisisci i bambini e li togli ai giochi di spiaggia per insegnar loro gli immortali cori della Curva Sud. «Jacopo, Lorenzo, insieme: "Forza! Lotta! Vincerai! Non ti lasceremo mai!”». La moglie ti guarda compassionevole. Anche il venditore di cocco smette per un attimo di gridare, e ascolta. Ne faremo un milanista? Chissà. Meno male, pensano in famiglia, che il weekend al mare, la domenica sera, si interrompe. Si torna in città, si rimettono giacca e cravatta, si fanno pensieri più consoni all’età e al ruolo professionale. Ma poi, il tarlo. E se Kessié, che al telefono con un tuo sodale rossonero hai paragonato a Rijkaard, facesse la fine di Vampeta? E se Bonucci invece di “sciacquarsi la bocca” – il suo gesto preferito – restasse a bocca asciutta a
fine stagione? E se De Sciglio, l’ex capitano che nella scorsa stagione aveva il piglio di un pulcino bagnato, diventasse un carro-armato, una volta vestito il bianconero? Lo so, lo so: non avverrà niente del genere. Ma il tifoso si porta dietro ricordi, preoccupazioni, moniti. Il nome “Pirlo” dice qualcosa? A noi del Milan, sì.
E COSÌ, DI BOTTO, TI TORNA A RONZARE
nelle orecchie quello strano motivetto: "E come l’anno scorso e come l’anno prima / il nostro chiacchierone continuerà
a sognare / quel tricolore che non vincerà”. Certo, lo sappiamo: una squadra sola conquisterà lo scudetto. Tutte le altre, no. Noi del Milan saremo quella squadra o tutte le altre?