MARATONA (PIÙ O MENO) SENTIMENTALE
48 ore in cerca d’amore
“GUINZAGLIO E COLLARINO”
lo lascio nella sua cuccia. “Cerco padrona” lo scarto a priori (anche se prendere a pedate con gli anfibi uno sconosciuto potrebbe avere un suo perché). Fetish, bondage & affini, magari alla prossima puntata. Cosa sto facendo? Parto per un viaggio di 48 ore nei più popolari siti di incontri, quelli dove tanti dicono di cercare l’anima gemella (ma molti puntano solo a un occasionale compagno di letto). Perché, ha precisato il direttore di 7: «Un’esplorazione del genere, condotta da una donna matura, è interessante». Al mio sguardo truce, Severgnini ha rettificato: «Volevo dire non una trentenne smanettona». Vabbè, meglio non insistere. Diciamo che Bsev e la sottoscritta erano compagni di banco al Giornale di Montanelli nel 1982. Fate voi i conti. Anzi, non fateli. Si parte.
-48 ore
Grazie a un’app, con pochi clic entrano nella mia vita uomini a mucchi, a sacchi, a quintali. Creare un profilo è semplice. In mezz’ora ne ho tre. Vado su Tinder – la più nota app d’incontri – inserisco foto, età e professione. Dopo ogni segnale acustico compare la foto di un uomo. Bip!, maschio. Bip!, altro maschio. E un messaggio. Prendo appuntamenti a raffica per caffè e aperitivi; e intanto mi organizzo anche su altri due siti di dating, Meetic e OkCupid. I portali di appuntamenti fanno domande: come lo vorresti? Di che altezza? Di che peso? Di che etnia? Gli occhi di che colore? Mia risposta: non importa, basta che sappia usare il congiuntivo.
-45 ore
I miei tre profili pullulano di visitors. Si chiamano così su OkCupid, che funziona con un algoritmo: il partner ideale scaturisce in base a una serie di calcoli. Con Alessandro, esperto di telecomunicazioni, scopro di avere il 78 per cento di affinità. Ci incontriamo. Dopo un aperitivo penso che un onesto 40 per cento ci sia. Ma un suo messaggio su WhatsApp, dopo che ci salutiamo, mi fa ricredere: «Grazie per la piacevole serata. Ti voglio bene». Mi vuole bene dopo due Moscow Mule?! O non regge la vodka, o ci sta maldestramente provando.
-40 ore
Oggi vedo Gianni, Enrico, Roberto: tutti in mattinata. Poi Francesco a pranzo. Giovanni per l’aperitivo. Ce- sare a cena. Con tutti ho chattato, parlato al telefono, preso appuntamento. In pratica, ho traslocato nei bar della movida milanese: la zona dell’Arco della Pace è il mio ufficio relazioni esterne. Gianni, tecnico informatico, mentre parla non stacca gli occhi dal cellulare. Il caffè dura dieci minuti, non c’è molto da dirsi. Enrico, discografico, ha l’occhio da lumacone. Facciamo colazione, si candida per una cena, rifiuto, propone una merenda, rifiuto, mi sfiora una mano, la levo, mi prende quell’altra. Che palle! Detesto l’appiccicume, ma il bello deve ancora venire. Perché Roberto, che si occupa di dighe – sì, dighe, quelle con l’acqua eccetera – dopo l’aperitivo cerca di baciarmi a tradimento. Lo respingo, ma lui sostiene che gli piaccio davvero. Tra parentesi, è bruttissimo. A pranzo Francesco, bancario, mi parla di tutte le sue ex.
«LE APP CHIEDONO: COME LO VUOI? ALTEZZA, PESO, ETNIA? RISPONDO: BASTA CHE SAPPIA USARE IL CONGIUNTIVO»
-33 ore
L’aperitivo con Giovanni, veterinario, non è male. Timido, garbato, ansioso, colto, educato: OkCupid (lui piove da lì) guadagna qualche punto. Finalmente un uomo che parla di fisica quantistica e tivù nazionalpopolare senza dire cazzate. È ora di cena e Cesare (che viene da Tinder), consulente finanziario, vede l’affettività come un business: «Voglio investire sulla prossima relazione. Non posso fallire». Questo mondo sembra diviso in due: chi cerca sesso subito e chi cerca una storia. Buonanotte. Lo sapevo che non dovevo dar retta al direttore di 7, mio ex compagno di banco.
-27 ore
Il buongiorno si vede dal mattino: ho vagonate di messaggi. C’è un tipo che si fa chiamare “Maisazio” che si candida per una sveltina: così, come presentazione. Un altro che scrive: «Hai un musino che mi fa impazzire» (penso: forse costui non era del tutto registrato nemmeno in origine). Molti visitano i mie tre profili e mettono un like. C’è chi si presenta con lettera standard («Cerco un nuovo amore. Hai voglia di conoscermi e poi si vedrà?»), chi ci prova col curriculum professionale («Ingegnere elettronico, ho lavorato molti anni all’estero, buone capacità di relazionarmi»). L’età varia dai 19 ai 78 anni. Cosa vorranno da una donna? Boh. Per favore, non rispondete tutti insieme.
-23 ore
La colazione con Massimo si trasforma in una zuffa. Pretende che andiamo a casa mia, subito, visto che ha fatto tanta strada. Viene da Vergiate (o un altro po-
«SI CANDIDA PER UNA CENA, RIFIUTO. MI SFIORA UNA MANO, LA LEVO. MI PRENDE L’ALTRA. CHE PALLE! DETESTO L’APPICCICUME»
sto in “ate”), perciò devo dargli qualcosa in cambio. Sono incerta se dargli uno schiaffone o telefonare all’amico ispettore di polizia. Scelgo l’opzione due. In vivavoce chiacchiero amabilmente con il Commissariato. Più veloce di Wile E. Coyote, il grand’uomo scompare verso Vergiate. O era Lentate? Lambrate? Lainate? Linate, un aereo e bye-bye?
-18 ore
Non so cosa succeda oggi ma Luca e Alfredo – due appuntamenti separati – quando mi vedono, esclamano entrambi: «Tu non hai gli occhi azzurri!». Mai avuti. Le foto parlano chiaro: i miei occhi sono nocciola. Al sole virano al giallo-verde. Solo un giorno della mia vita ho avuto un occhio azzurro, a causa di una lente a contatto (l’altra si è persa mettendola) che mi ha regalato un effetto David Bowie. Peccato che il fidanzato dell’epoca, alla domanda: «Noti niente di nuovo?», abbia risposto: «Hai tagliato i capelli?». Per dire come gli uomini notino i dettagli. Cari Luca & Alfredo, mi spiace di avervi delusi. Non sono la Principessa Azzurra.
-13 ore
Tutti questi Moscow Mule, birrette e caffè mi stanno ammazzando. Quasi quasi accetto l’offerta di Sergio, un manager-tagliatore di teste che ama pulire le case femminili indossando un grembiulino di piqué (giuro). Sotto quello, niente (o così scrive). In cambio – spiega, serio – chiede di essere sculacciato. Ho chattato a lungo con lui e mi attira una pulizia di fino dell’appartamento. Ma desisto. Temo sia fuori di testa, per quanto intelligente e divertente. Vada per l’ennesimo aperitivo.
«QUASI QUASI ACCETTO L’OFFERTA DI UN MANAGER CHE AMA PULIRE LE CASE FEMMINILI INDOSSANDO UN GREMBIULINO DI PIQUÉ»
«LA BARISTA, CONVINTA CHE SIA IL NOSTRO ANNIVERSARIO, CI GUARDA CON L’OCCHIO UMIDO»
-8 ore
Maurizio, pubblicitario, fa proprio un bel gesto. Compra l’intero mazzo di rose da uno dei venditori che pullulano in corso Sempione. Si crea un ingorgo: altri dieci venditori vogliono piazzargli altri dieci mazzi da circa trenta rose cadauno perché me li regali insieme al primo. Il nostro incontro finisce con una buffa lezione di marketing alla comunità cingalese/bengalese degli spacciatori di rose. Intanto la giovane barista, convinta che sia il nostro anniversario di qualcosa, ci offre continui shottini e ci guarda con l’occhio umido. Sono piuttosto provata, devo dire.
Zero
Tempo scaduto. Alleluja! Ho bloccato i numeri di cellulare di quattro degli undici uomini conosciuti di persona. Dovevo farlo: hanno bombardato il mio telefono di link spiritosi, orsetti e canzoni melense; oppure sono diventati sgradevoli. Ho bannato anche una trentina di quelli con cui ho soltanto chattato. Ho deciso: rivedrò Giovanni, il veterinario timido; e Maurizio, l’uomo delle rose. Per la prossima volta (se mai ci sarà) sarebbe interessante alzare il tiro a un sito di dating versione lusso. Su Ivy International l’adesione standard si aggira sui 15mila euro e quella premium sui 50mila. Non voglio pensare a cosa troverò. Uomini col grembiulino laminato oro, forse.
Anna Tagliacarne.
Milanese, giornalista da quando ha capito che era meglio scrivere che zappare. Vive con la gatta Carlina, e condivide con lei l’indirizzo e-mail qui sopra, creato ad hoc per questo imprescindibile servizio.