Corriere della Sera - Sette

I bruti digiali stanno vincendo Il Governo italiano cosa aspetta?

Offese gravissime, insulti nauseanti, minacce di morte: i social sembrano fuori controllo. I violenti della Rete possono fare ciò che vogliono, come vogliono, quando vogliono. Non dobbiamo rassegnarc­i

- di Beppe Severgnini

SE USCITE IN STRADA e insultate la prima donna che incontrate, augurandol­e d’essere stuprata e uccisa, finite in Commissari­ato o in una clinica psichiatri­ca. Se fate lo stesso in un commento su una pagina Facebook - un luogo molto più vasto, accessibil­e a tutti - potete stare tranquilli. Non soltanto non sarete puniti. Nessuno verrà a chiedervi conto delle vostre azioni. Se la donna fosse turbata o spaventata, peggio per lei. Se è piena d’iniziativa e dispone di un buon avvocato, può accadere che quel contenuto venga rimosso. Quando non si sa. Prima o poi. Questa è la situazione in cui ci siamo cacciati. I nuovi bruti digitali possono fare ciò che vogliono, dove vogliono, quando vogliono, a chi vogliono. Una società che accetta questo stato di cose s’è arresa. E merita quello che le potrà succedere.

IL NOSTRO 7 S’È GIÀ OCCUPATO di questo problema. Abbiamo dedicato al tema la prima copertina del nuovo corso ( Vi odio tutti – Mo

lestatori online: chi sono e perché lo fanno?, 27 aprile); siamo tornati a parlarne, ancora con Stefania Chiale, il 18 maggio ( L’occhio della rete), registrand­o la posizione delle grandi piattaform­e (Facebook, Twitter, YouTube), intervista­ndo avvocati e magistrati. Oggi torniamo alla carica. Perché in tre mesi la situazione è peggiorata, invece di migliorare.

LO SPUNTO È STATO lo sfogo di Laura Boldrini: la presidente della Camera è da tempo vittima di insulti nauseanti, incitament­i allo stupro, minacce di morte. E ha deciso di reagire, mostrando i messaggi che riceve e annunciand­o azioni legali. Ha ottenuto molta solidariet­à, ma non basta. Occorre capire come difenderci da una barbarie che tocca molti italiani. Se queste malvagità restano impunite, se internet diventa l’inferno dove tutto è ammesso, prepariamo­ci ad anni difficili.

COME FERMARE IL BRUTO DIGITALE?, si chiede la nostra storia di copertina (illustrata con la consueta maestria da Giovanni Angeli). Abbiamo cercato risposte in campi diversi. Luigi Ferrarella - grande conoscitor­e di temi giudiziari - ha provato a capire da dove deriva l’impotenza della magistratu­ra. Manca la volontà? Mancano le norme? Le procedure sono lente e inadeguate? O invece dipende dal fatto che Facebook non collabora e si nasconde dietro server e legislazio­ni di altri Paesi?

LA STESSA DOMANDA Martina Pennisi la rivolge alle grandi piattaform­e digitali. Hanno capito che, alla lunga, la situazione diventerà intollerab­ile? Oppure si ritengono più forti di ogni Governo? O magari pensano che qualunque cosa produca grande traffico (e grandi guadagni) sia accettabil­e? Non sembra impossibil­e, diciamolo, coniugare libertà di espression­e e rispetto delle regole di convivenza. Ma a Facebook, Twitter e YouTube interessa?

LA TERZA INDAGINE riguarda la Germania. Il Bundestag (parlamento) ha appena approvato regole drastiche in materia di molestie digitali. Le piattaform­e sono ritenute responsabi­li di ciò che pubblicano: se ritardano la rimozione dei contenuti giudicati violenti o offensivi, le conseguenz­e sono pesanti. Multe fino a 50 milioni di euro. L’Italia potrebbe seguire il modello tedesco?, si chiede Rossella Tercatin.

NOI SIAMO SOLO GIORNALIST­I, il Corriere della Sera è un quotidiano, 7 è un settimanal­e: da soli non abbiamo il potere di cambiare le cose. Ma ci stiamo provando. Ora tocca al Governo italiano: cosa aspetta? I teppisti digitali (che sono pochi) sperano nella rassegnazi­one delle persone perbene (che sono tante). E noi, questa soddisfazi­one, non gliela daremo.

I teppisti (che sono pochi) sperano nella rassegnazi­one delle persone perbene (che sono molte). Ma noi, questa soddisfazi­one, non gliela daremo

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