Gina che vende poesia in una bottega di Roma
Ogni giovedì pubblichiamo il miglior testo d’attualità inviato dai lettori a settebello@rcs.it. A fine anno, 7 proporrà una collaborazione all’autore dell’articolo più condiviso dalla nostra pagina Facebook I l migliore della settimana: Gianclaudio Lopez, 69 anni LA SIGNORA GINA
(chiamiamola così) non è una gran simpaticona. In una delle vie più trafficate della semiperiferia romana che dal centro porta all’EUR, gestisce da sola una vecchia bottega di vini, acque minerali, uova, liquori e piccola scelta di biscotteria confezionata. Entrando trovi solo un corridoio stretto che porta al bancone. Quello di legno delle vecchie bottiglierie, dietro cui, di solito, è affaccendata a sistemare scatoloni, o a controllare su un quaderno le ultime consegne. Sembra un po’ burbera e pignola, la Gina. Prima di battere lo scontrino, anche solo per un uovo, rifà i conti ad alta voce almeno due volte. E come scandisce acquisti e prezzi! (Che sono più che onesti). Vende vini di qualità a denominazione di origine a un euro, un euro e mezzo meno dei supermercati. E poi, la Gina, sa sempre stupirti.
IMMAGINATE UNA NONNA
un po’ stranita e diffidente che sa scrutare le intenzioni del cliente prima ancora che parli. Sa consigliare e suggerire con convinte e convincenti considerazioni sulla bontà dei prodotti o sul miglior rapporto qualità-prezzo. D’inverno soffre di mal di testa da sinusiti. Sta male, si vede che vorrebbe essere altrove. Di certo non lì a riempire bottiglioni di vino o a vuotare scatoloni. Un giorno entrando le ho fatto un complimento. Ho apprezzato i suoi capelli, negli ultimi tempi particolarmente disordinati, trascurati, opachi. Finalmente erano argentei e aggraziati. Le rendevano il volto luminoso e affabile. Lei ha sorriso e, improvvisamente, si è aperta e ha cominciato a chiacchierare. «Lo so, mi sono trascurata, ma sa l’amico parrucchiere che mi veniva a casa era gravemente malato. Ci telefonavamo. Lui dall’ospedale si dava forza promettendomi che presto sarebbe venuto a sistemarmi. Eravamo proprio amici. Poi … se ne è andato. E io non ho avuto più il coraggio di andare da un altro. Oggi mi sono decisa.».
POI GINA HA FATTO
una lunga pausa. Per sviare ll discorso ha intercettato un mio commento banale sulle tante tristezze della vita. Mi ha parlato di quanto l’abbia toccata un intervento di Papa Francesco sugli operai, sentito per radio, e quello di un’operaia che rischia, come tanti altri, il suo lavoro.Il suo profondo dolore per la morte di un amico, l’ha tenuto con sè per settimane senza esibirlo. Così Gina ha parlato al mio cuore più di un prete in chiesa, più di una canzone o una musica struggente, più di un film neorealista. Emozioni che non puoi trovare tra le offerte dei supermercati. Ma solo in una vecchia bottega.