Politici in vacanza
Silvio Berlusconi dimagrito, Salvini a torso nudo e poco altro. Eppure c’è stata un’epoca in cui la foto del leader di partito in ferie indicava svolte politiche o nuove alleanze. Oggi, invece, i personaggi sono intercambiabili Si nascondono meglio o non
UN SILVIO BERLUSCONI VISIBILMENTE dimagrito ma decisamente pallido, forse per colpa dei filtri decisi da chi ha scattato l’istantanea, che posa con la figlia del titolare del centro benessere di Merano che l’ha appena rigenerato, dicono, nel corpo e nello spirito. Matteo Salvini a torso nudo che addenta una fetta di salame con la compagna Elisa Isoardi protesa ad approntarne una seconda, di fetta di salame, momento magico di un picnic consumato a ferragosto in due metri quadri di prato qualsiasi a Ponte di Legno. Quindi, il frammento del video in cui Luigi Di Maio esibisce sott’acqua indice e medio della mano destra messi a forma di V, “vittoria”, a mo’ di buon augurio per la corsa alle regionali siciliane del suo compagno di immersione, Giancarlo Cancelleri. E poi Beppe Grillo che consuma il più extra-lusso degli aperitivi in Sardegna, circondato da anonimi ricchi, che pare un lontano parente dell’uomo che cinque anni fa attraversava lo Stretto di Messina a nuoto.
DICIAMOCI LA VERITÀ. Il best of dell’edizione 2017 dell’antico album fotografico del politico in vacanza è davvero poca cosa. Nell’epoca in cui la foto che non ti piace la cambi senza nemmeno sprecare la pellicola del rullino, tanto nello smartphone c’è posto per tutto e tutti, queste quattro foto senz’anima sono le uniche che riescono a conquistarsi il proscenio della carta e del web. Davanti all’Italia che si dà il cambio alle scrivanie dei posti di lavoro (per chi ce l’ha), di fronte all’intermittenza continua tra chi consuma l’aria condizionata in ufficio e chi una fresella al pomodoro sulla riva del mare, il politico decide di nascondersi. Tra l’altro, proprio nell’ultima estate che ci separa dalle elezioni politiche.
DICONO CHE SIA PER PROVARE ad accorciare le distanze da chi le vacanze non può permettersele. O anche perché, in tempi di antipolitica, mostrarsi sulle spiagge più gettonate può alimentare le malelingue di chi, tanto per fare un esempio, ha notato la distanza tra il campeggio low cost di Castiglione della Pescaia in cui Matteo Renzi e famiglia si sono fatti fotografare a inizio agosto e lo stabilimento extra-lusso di Forte dei Marmi in cui sono stati “pizzicati” qualche giorno dopo. Sia come sia, meglio nascondersi.
EPPURE C’È STATA UN’EPOCA, UNA LUNGA
EPOCA, in cui la foto del politico in vacanza è stata la spia di quello che è successo o che stava per succedere. Probabilmente non ci sarebbe stata la Lega di lotta e di governo degli ultimi vent’anni senza la canottiera sfoggiata in Sardegna da Umberto Bossi nel 1994, nello scatto che rendeva celebre il Senatur vacanziero sì nella spiaggia del lusso, ma a modo suo. Canottiera, appunto, pantalone lungo beige, catena d’oro col crocefisso e scarpe da ginnastica. Come a dire sì, entro nel palazzo del potere. Ma ci entro come dico io. E che dire dell’imperiale book fotografico realizzato negli anni Duemila nella berlusconiana Villa Certosa, dove uomini di stato totalmente nudi (ricordate il premier ceco Mirek Topolanek?) si mescolavano, come protagonisti di un unico racconto, a giovani bellezze semi-sconosciute, piccola spia degli scandali che avrebbero portato tempesta nei mari del Cavaliere. Senza dimenticare il D’Alema che perde l’equilibrio a bordo del gommone che stava per riportarlo a bordo della sua amata barca Ikarus (poi l’ha venduta), metafora perfetta del centrosinistra che può comporsi e scomporsi, unirsi e dividersi, ma che comunque anche dopo aver vinto, a un certo punto, inesorabilmente cade. E non bisogna andare troppo lontano nel tempo per intravedere, all’approdo del traghetto notturno Napoli-Stromboli, l’inconfondibile Panama di Giorgio Napolitano, trattenuto con una mano sulla testa dall’allora presidente della Repubblica per evitare che volasse in mare. Altra foto perfetta, altra metafora perfetta.
NEL PRIMO GRUPPO DI FOTO, quelle dell’estate
del 2017, i personaggi sarebbero perfettamente intercambiabili. Di Maio avrebbe potuto tranquillamente condividere il picnic con la sua fidanzata nella foto di Salvini, Grillo posare con la proprietaria del centro benessere di Merano al posto di Berlusconi, Berlusconi consumare il lussuoso aperitivo sardo di Grillo, Salvini farsi immortalare sott’acqua come Di Maio. In quelle vecchie no, ciascun personaggio avrebbe faticato a vestire i panni dell’altro. Impossibile vedere Napolitano in canottiera, improbabile D’Alema col Panama, decisamente difficile Bossi su un canotto, soprattutto nei tempi in cui la Lega, al canotto simbolo della disperazione di un pezzo di umanità, ha deciso di dichiarare guerra. «Rossi e neri, tutti uguali » , faceva dire Nanni Moretti a un signore qualunquista nella scena di un suo vecchio film. Non è così. Però le foto di quest’estate ci dicono che si somigliano troppo, i nostri politici. E sarà forse anche questa, la fatica di trovare un modo per distinguersi dal nemico da sfidare alle elezioni, la ragione che li spinge a stare lontani dai posti in cui tutti possono vederli. Almeno d’estate.