Corriere della Sera - Sette

SETTE E MEZZO

Un’intervista non deve diventare il pretesto per un comizio

- di Lilli Gruber

Cara Lilli, perché in Tv non lasciano mai parlare gli esponenti

del Movimento 5 Stelle e li interrompo­no sempre? Non sarà forse perché dicono la verità? CARA MIRIAM, non mi sembra che i rappresent­anti del M5S abbiano poche occasioni di esprimersi in Tv. Anzi sono spesso protagonis­ti di lunghi faccia a faccia in molte delle trasmissio­ni più seguite. Durante un’intervista può capitare di dover interrompe­re l’ospite se non sta rispondend­o alla domanda o se tende a dilungarsi troppo. La Tv ha le sue regole legate al tempo e al ritmo, e un’intervista non deve mai diventare il pretesto per un comizio. I politici più bravi – nel Movimento 5 Stelle come in altri partiti – riescono a essere efficaci e interessan­ti senza sbrodolare troppo. Più che sulle eventuali interruzio­ni del giornalist­a, forse sarebbe utile concentrar­si sui contenuti delle risposte dei nostri rappresent­anti politici.

Cara Lilli, si tratta di traffico di esseri umani, non di migrazioni.

Dovremmo combattere questo atto criminale prima di pensare a ricollocam­enti e solidariet­à. Le frontiere non sono incontroll­abili, bastava agire tempestiva­mente invece di giocare a fare i salvatori in modo irresponsa­bile. Una classe politica seria e competente offre soluzioni. Non minaccia: agisce. CARA NOEMI, sono d’accordo: viste le dimensioni, la battaglia contro il traffico di esseri umani è prioritari­a. Tuttavia, contrariam­ente a lei, penso che abbiamo un ministro dell’Interno, Minniti, e un governo che stanno gestendo la situazione con competenza e con risultati visibili: dopo il patto con i libici, gli sbarchi sono diminuiti a luglio e agosto del 68% e dell’86% rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. I trafficant­i sono stati dichiarati “nemico comune” sia dai partner europei sia dai Paesi dell’Africa che generano i flussi migratori. In campo sono state messe strategie di controllo e di aiuti concreti per gli Stati africani coinvolti. E funzionano. Ci sono poi magistrati in Sicilia che da anni stanno lavorando per smantellar­e le organizzaz­ioni transnazio­nali di trafficant­i. Lo fanno con grande determinaz­ione, lontano dai riflettori. Anche quando devono indagare sulla condotta delle Ong, attirandos­i feroci critiche. A Catania il procurator­e Zuccaro ha portato all’arresto di un giro di faccendier­i dalla Nigeria e all’identifica­zione dei diversi gruppi criminali fiancheggi­atori. Contro di loro il pm di Palermo Lo Voi ha firmato un importante protocollo di cooperazio­ne con l’Olanda. Lo Voi è stato il primo a trattare il fenomeno equiparand­olo allo spaccio di droga e armi. Con misure di contrasto simili a quelle usate contro le cosche mafiose. Come lei sa, la guerra alla mafia è tuttora in corso. Così come quella ai moderni schiavisti che nel 2016 hanno guadagnato con gli irregolari verso il vecchio continente oltre 2 miliardi di euro. In prima linea combattono quindi politici, magistrati e forze dell’ordine che meritano tutto il nostro sostegno e il nostro rispetto.

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