SE FOSSI L’IMPERATRICE DEL MONDO
Natasha Stefanenko: «Teletrasporto per tutti»
PIÙ CHE UN’IMPERATRICE, SONO UNA ZARINA
viste le mie origini russe. Ho pensato subito a fare grandi cose con il mio potere, avevo grandi idee, pensavo a una rivoluzione totale. Poi ho capito
che, in realtà, bisogna prendere esempio dai bambini. Allora li ho scelti come miei consiglieri. Ognuno ha cura di un particolare settore, un po’ come i ministri. C’è la cura della creatività, la cura dell’amicizia, della
famiglia, dei sogni. Perché noi adulti non siamo più capaci di sognare e non sappiamo cosa ci perdiamo. C’è anche una cura della noia. Sentimento in apparenza antipatico, ma importante, perché stimola la creatività. I pochi adulti del mio governo sono dei sapienti, persone colte e preparatissime. Così ho affidato i settori più delicati: la politica e l’economia. Nel mio regno è scomparsa la paura perché è pericolosa e ci frena. Non esistono più i blocchi emotivi e nemmeno gli egoismi. Per gli anziani soli ci sono privilegi e aiuti speciali. Do voce a tutti, sono nata in un Paese poco democratico e so quanto è importante. Tutti possono spostarsi con il teletrasporto. È una delle prime modifiche che ho apportato. Da ragazzina facevo 36 ore di treno per andare dalla mia città, vicino alla Siberia, a Mosca; non ho mai sopportato i viaggi troppo lunghi. E poi così posso andare a trovare più spesso mia figlia che studia negli Stati Uniti. Ho reso obbligatorie alcune letture: i classici russi, Ennio Flaiano, gli Scritti corsari di Pier Paolo Pasolini, Uno, nessuno, centomila di Luigi Pirandello. In particolare, tutti devono imparare a memoria un verso di Alda Merini: «Mi sveglio sempre in forma e mi deformo attraverso gli altri».