Corriere della Sera - Sette

MISSIVE & MESSAGGI

- accuratame­nte selezionat­i da Paolo Masia

Lo specchio della vanità

L’articolo di Beppe Severgnini La nazione vanitosa ha trovato il suo specchio digitale (31 agosto) è pertinente con la distinzion­e tra “vanità buona” e “vanità decisament­e negativa”, quale una smaccata ostentazio­ne o un esibizioni­smo insopporin­nocuo.La vanità Oggi era è un diventatav­ezzo 7 il carburante­Ma quanto dellaci costa? società. tabile. deve adottare l’antico motto “Castigat ridendo mores”, impegnando­si a correggere certi comportame­nti scorretti, denunciand­oli con serietà e coraggio, come avviene nel servizio di Nicola Gardini I vanitosi? Sono

ansiosi e insicuri (31 agosto). Un altro spunto positivo per correggere certe frettolose proposte di “riforma scolastica” è fornito dall’intervento di Roberto Vecchioni nella rubrica

10-Zone Duello d’opinioni sulla riduzione del “liceo” a un quadrienni­o. A livello universita­rio infatti si lamenta sovente una scarsa preparazio­ne delle matricole! Piuttosto vale la pena di pensare a ristruttur­are il triennio di scuola media, che può benissimo essere ridimensio­nato a due anni, dopo il quinquenni­o delle scuole elementari. Angelo Marchesi angelo_marchesi@tiscali.it

Astinenza da social: come si fa?

Interessan­te l’articolo pubblicato sull’ultimo numero di 7 ( Siamo socievoli. Amiamo i Social, 31 agosto) di Andrea de Cesco. Ricordo che lo scorso gennaio ben 46 studenti del Liceo Artistico Munari di Crema hanno sfidato il livello della loro resistenza per una settimana, senza alcuna connession­e internet. Ai ragazzi è stato chiesto di tenere un diario multimedia­le, da realizzare attraverso foto o video, delle emozioni e difficoltà che provavano durante il percorso. Solo tre ragazzi su 46 sono riusciti a resistere sette giorni senza social network. Personalme­nte al solo pensiero mi raggelo. Il mio attuale livello di dipendenza è molto elevato, credo di non potercela fare, ma ci provo. Paradossal­mente mi trovo a sgridare i miei figli per l’uso sproporzio­nato dei loro smartphone, quando poi sono il primo a farlo! Nicola Campoli nicolacamp­oli1967@gmail.com Gentile Nicola, confesso che anche io sono molto legata al mio smartphone. Il cellulare è diventato una protesi del nostro corpo, e già da tempo. Forse studiare il modo in cui lo usiamo può aiutarci a trovare un sistema per imparare a farne a meno. Andrea Federica de Cesco

Beatles, Rolling Stones e il guru Arbore

La querelle su 7 intitolata Beatles o Rolling Stones? di Andrea Laffranchi e Luca Mastranton­io (31 agosto) era molto in auge per Basta umiliare, aggredire,uno smartphone­offendere, insultare, diffamare, IMPUNEMENT­E. minacciare. nei primi Anni 70 del secolo scorso. Ricordo che Renzo Arbore, al tempo, si era autoeletto guru dei gusti musicali dei giovani: era per la messa in soffitta della buona musica che aveva il vizio di essere troppo orecchia- bile. Partendo da queste basi, stava con i Rolling Stones: il destino gli ha riservato la giusta punizione, è finito a fare il testimonia­l della musica napoletana classica! Marco Spinelli ilcollezio­nista.1953@libero.

Uno spazio su 7 per i giovani ricercator­i

Sono una lettrice di Sette, ora 7, da tanti anni, benché sia giovane. Il nuovo magazine ha molte qualità. In primis, apprezzo l’intenzione di rivolgersi a un pubblico di persone curiose. Eppure, credo che anche il vecchio Sette avesse i suoi pregi. Mi chiedo perché sia stato necessario un rinnovamen­to così drastico, quando forse sarebbe stato possibile cambiare più dolcemente, nella continuità e valorizzan­do quanto di buono era stato già realizzato. Alla luce della mia esperienza accademica, poi, vi lancio una proposta: che ne dite di lasciar spazio ai giovani ricercator­i per raccontare il loro progetto di ricerca in un “british style”, ovvero in pochi minuti? Sarebbe un bel modo per incentivar­e la ricerca e incoraggia­re la condivisio­ne di idee. Carlotta Montagna carlotta.montagna@unicatt.it

Togliamo la maschera al bruto digitale

Come fermiamo il bruto

digitale? (24 agosto) parla di un soggetto che non piace a nessuno, e probabilme­nte (o così voglio sperare) non piacerebbe neppure a se stesso, se fosse “costretto” a identifica­rsi di fronte a terzi. Non dovrebbe valere più nessun nickname, nessuna possibilit­à di ag-

ganciarsi a reti altrui. Niente trucco e niente inganno: serve una sorta di documento di identità digitale. E per favore non invocate la privacy: o è di tutti o non è di nessuno. Forse la soluzione è più a portata di mano di quanto si pensi. Non sarà la migliore possibile, ma potrebbe essere un’efficace base di partenza: Provider, gestori e autori registrati e pubblicazi­oni firmate o comunque facilmente identifica­bili nell’autore. Alessandra Fossati alessandra.fossati@munaricava­ni.it

E le file a Gardaland?

Sono tornato recentemen­te al parco divertimen­ti di Gardaland con moglie e figli dopo anni. Sono rimasto sfavorevol­mente colpito da una deplorevol­e consuetudi­ne che si applica a tutti i divertimen­ti che potrebbero essere preceduti da una certa coda: il salta fila. In questo modo, alla “modica” cifra di 10 euro a persona si posso- Mi chiamo don Davide Schiavon, ho 41 anni, sono un sacerdote della diocesi di Cremona, originario di Castelleon­e, e volevo sempliceme­nte compliment­armi per la bellissima impostazio­ne del nuovo È al tempo stesso agile, intelligen­te, profondo, giovane e ricco di stimoli. Porta decisament­e una ventata di aria nuova nel giornalism­o italiano. Non mi era mai capitato di vedere un tentativo tanto coraggioso ed azzeccato di rinnovamen­to in un settimanal­e. Una scommessa, secondo me, non vinta, ma stravinta. Un forte augurio a continuare così. PS. Leggo Beppe già dai tempi di Montanelli no evitare file di ore sempliceme­nte passando innanzi a tutti gli altri. Be’, se consideria­mo che l’80% dei fruitori di Gardaland è minorenne o poco più che maggiorenn­e, non c’è che dire: compliment­i per il messaggio che si trasmette. Che ipocrisia! Possibile che nessuno abbia mai sollevato il problema? Perché non fate un servizio su Gardaland sul nuovo Danilo Achilli achillidan­ilo@libero.it

Una scommessa vinta

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COS’È LAVANITÀ OGGI?
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